Giacomo Raspadori ha esordito col Napoli domenica sera al Franchi contro la Fiorentina, e si può dire che ha già dato modo di farsi apprezzare.
4-3-3, 4-2-3-1: i moduli della felicità. Lo sa bene Luciano Spalletti che da domenica sera ha per la prima volta in stagione messo in discussione il modulo sul quale aveva costruito l’intera preparazione estiva. Colpa – o meglio, merito – dell’arrivo a Napoli di Giacomo Raspadori. L’attaccante ex Sassuolo, infatti, ha ereditato a tutti gli effetti lo scettro che era di Dries Mertens. Dovrà adattarsi al nuovo sistema di gioco e renderlo sempre più suo giocando alle spalle di Osimhen e trovando spazio nelle praterie lasciate dagli strappi del nigeriano.
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Raspadori è un giocatore duttile: un jolly offensivo. Ecco perché Spalleti lo ha cosi fortemente voluto per il suo Napoli. È un tipo di giocatore capace di far cambiare rapidamente faccia a una squadra e a una partita. Ha qualità e velocità, come ha già fatto vedere in occasione dello spezzone di gara del Franchi. Certo, ha ancora bisogno di un briciolo di tempo per adattarsi nel nuovo contesto Napoli, ma il bigliettino da visita calato sul prato di Firenze lascia ampio margine a miglioramenti vistosi. Galleggia tra le linee e soprattutto sa lavorare con il resto della squadra. Gli piace ricevere la palla tra i piedi, scambiarla con i compagni e poi puntare dritto verso la porta avversaria. Bel mix di caratteristiche sulle quali potrà lavorare Spalletti da qui in avanti per il resto della stagione. Certo, il feeling con Osimhen (che invece già si trova a meraviglia con Kvaratskhelia) va affinato, ma sarebbe stato anche impossibile pensare che tra i due attaccanti del Napoli sarebbe stato amore al primo bacio. Il Mattino