Il cambio di modulo in corsa è un’opzione che convince anche Delio Rossi, allenatore che in carriera ha provato sia il 4-3-3 che il 4-2-3-1.
«Nel 4-3-3 si lavora per catene. Ci sono centravanti e regista che hanno il compito di innescare i giocatori che ruotano attorno»,
spiega Delio Rossi che poi si concentra di più sul 4-2-3-1. «Con questo sistema di gioco le due punte sono chiamate a lavori diversi. Una viene incontro, l’altra attacca la profondità».
E da questo punto di vista Raspadori e Osimhen sembrano essere gli interpreti perfetti del sistema. «Raspadori gioca dietro la punta e ha le caratteriste per venire incontro. Mentre Osimhen è molto più bravo ad attaccare la profondità. Insomma: insieme sono perfettamente compatibili e poi adesso dovrà essere bravo Spalletti ad adattare caratteristiche dei giocatori al singolo sistema di gioco».
I due moduli, però, si differenziano anche dal punto di vista difensivo. «Con il 4-2-3-1 occupi meglio lo spazio in fase di non possesso e quindi ti difendi meglio, mentre nel 4-3-3 hai più giocatori che non danno punti di riferimento alla difesa avversaria».
Eppure una cosa è certa: 4-3-3 o 4-2-3-1 che sia, un posto per Raspadori ci può essere sempre e comunque. «Sa giocare anche sull’esterno, quindi nel 433 ci starebbe benissimo anche se le sue caratteristiche si prestano maggiormente a giocare da seconda punta in un sistema con due attaccanti», parola di Delio Rossi. Ora la palla passa a Luciano Spalletti che da qui alla fine della stagione avrà tante opportunità di variare e di mettere alla prova la sua ricchissima batteria di attaccanti cercando la combinazione giusta per aprire la cassaforte della difesa avversaria.