Giovanni De Magistris, ex pallanuotista, presidente ed allenatore, e soprattutto fiorentino, ha parlato a Il Mattino, dei fatti di Firenze, dai cori razzisti, alla tentata aggressione a Spalletti durante Fiorentina-Napoli, e ci è rimasto male.
Per le parole di Spalletti?
«Macché. Per il popolo fiorentino. I nostri tifosi non sono quelli che insultano ma delle minoranze rovinano tutto. Mi dispiace anche perché ho fatto uno sport dove il contatto con il pubblico è a distanza ravvicinatissima».
Come giudica quanto accaduto domenica sera?
«Sono cose imbarazzanti anche solo da commentare. E ho l’impressione che lo abbiano preso di mira proprio perché è toscano. In generale, però, non la vivo come una cosa ad personam. In passato la tifoseria viola si è accanita contro Lippi, Allegri oppure Gasperini. Ma con Spalletti no. Non ci vedo nulla di premeditato».
Può essere questo un alibi?
«Assolutamente no. E infatti quanto accaduto mi mortifica anche perché poi la partita è stata bella e combattuta. Leale anche negli scontri in campo: i giocatori si sono dati le giuste manate ma senza mai andare sopra le righe».
A Firenze non è la prima volta che succedono questi episodi sgradevoli.
«La parte che è sopra le panchine è a 5 metri e quello di insultare allenatori e giocatori avversari è diventato purtroppo un divertimento becero che non condivido. Ma ripeto: non credo ci fosse nulla di personale nei confronti di Luciano. Anche perché prima dell’arrivo di Italiano a Firenze era uno degli allenatori preferiti dalla tifoseria per ereditare la panchina viola. Ecco perché sono assolutamente convinto che questo trattamento riservato nei suoi confronti non fosse premeditato, ma frutto di una rivalità sportiva».
E allora come se lo spiega?
«Purtroppo qualcuno pensa che quel tipo di offesa sia solo una battuta, seppur pesante e fuori luogo. Diciamo che è una tecnica assolutamente sbagliata per innervosire l’avversario».
Lei anche ha fatto sport ad alti livelli: come viveva queste situazioni?
«Mi metto nei panni di Spalletti e capisco che non è facile per 90′ sentirsi certe cose nelle orecchie, ma ad esempio io mi caricavo. Più mi insultavano e io più facevo gol. Quel clima mi esaltava ulteriormente».
Domenica la cosa è andata avanti anche dopo il fischio finale.
«Ecco, nel mio caso no. Finita la partita non ho mai ricevuto offese ma solo applausi o pacche sulla spalla».
Si aspettava una reazione da parte della Fiorentina?
«Se fossi stato il presidente mi sarei certamente scusato con Spalletti per lo spiacevolissimo inconveniente. Un fatto che fa male a tutta Firenze e a tutto il popolo di fede viola. Io peraltro sono un amante dello sport americano e nelle gare di Nba il pubblico in prima fila è attaccato al campo, eppure e non ho mai visto scene di questo genere».