La Champions League è un po’ casa sua. Due volte l’ha vinta da giocatore con la maglia del Milan e dall’anno scorso commenta le gare clou della competizione per Prime Video. Massimo Ambrosini è molto attento a quel che succede in campo internazionale e quest’anno più che mai strizza l’occhio alle italiane.
Possono ambire a qualcosa in più rispetto all’anno scorso? «Mi aspetto qualcosa in più dalle milanesi perché devono confermarsi e migliorarsi grazie all’aggiunta di qualche convinzione in più. La Juve, invece, resta un grande punto interrogativo sia per il campionato che la Champions. Ha la caratura, l’esperienza e la personalità per poter dire la sua».
E il Napoli che ritorna dopo due anni di assenza? «Deve avere la leggerezza e l’incoscienza di andare a giocare contro tutte a viso aperto».
Qual è il segreto per fare bene in Europa? «L’organizzazione. È quel fattore che ti può portare a risultati insperati e il Napoli sta mostrando di avere una grande organizzazione. L’incoscienza, invece, mi auguro che la possa mostrare quando serve».
Parliamo di fattori: il Maradona. «Il Napoli deve avere la consapevolezza della propria forza e del proprio pubblico. Dopo quello che è successo l’anno scorso la squadra deve percepire solo le tensioni positive. Poi lo stadio farà la sua parte».
Altro fattore: Spalletti. «Deve trasferire al gruppo il concetto che le certezze già maturate in campionato possono essere riportare anche in campo europeo. Deve trasferire la percezione che in Europa si gioca con un intensità fisica di un certo tipo. Il Napoli può fare una buona Champions: ma deve affrontarla con coraggio».
Puntiamo qualche fiche sul tavolo: il giocatore che può fare la differenza? «In Champions gli attaccanti sono fondamentali e per fisicità dico Osimhen. Quest’anno è chiamato al salto di qualità».
La sorpresa? «Lobotka. Per la posizione che occupa in campo deve assumersi le responsabilità che in Europa ti permettono di sopravvivere».
Cosa potrebbe mancare? «Il Napoli ha bisogno di trovare ancora di più uno spirito di gruppo avendo perso le personalità forti del suo spogliatoio».
Antidoti da suggerire? «La Champions ti da tanta energia e tanto entusiasmo. Non deve togliere serenità anche se ti obbliga a confrontarti con un calcio che a livello fisico è diverso. Deve essere uno stimolo e non una paura. Un’opportunità e non una preoccupazione».
Oggi c’è il sorteggio dei gironi, chiediamo un aiuto alla Dea bendata: chi dobbiamo evitare? «City e Bayern sono le due squadre da evitare. E poi occhio al Psg».
In che senso? «Quest’anno o mai più. È all’ultima opportunità per concretizzare lo sforzo economico di questi anni».
E lei cosa si aspetta da questa Champions? «Mi auguro che possa regalare le stesse emozioni dell’anno scorso anche se sono consapevole che quanto è successo col cammino del Real Madrid è qualcosa di unico se non addirittura irripetibile».
Da commentatore per Prime Video tornerà a vivere le notti di Champions al Maradona: cosa si aspetta? «Ho la fortuna e il privilegio di emozionarmi nei grandi stadi avendo il distacco dal risultato che ti permette di godere dall’evento. Napoli mi ha sempre dato sensazioni straordinarie e penso che come me tutti i napoletani hanno voglia di ritornare a sentire quella musichetta. Io sarà felice e onorato di tornare lì».
Fonte: Il Mattino