Il Napoli ha la faccia di Spalletti, la sua idea di regalare brividi attraverso il palleggio e l’eleganza nei movimenti con e senza palla, nella ricerca della corsa in avanti che spinge il Monza in pensieri raccapriccianti dopo il gioiello di Kvara. Dopo Osimhen con il suo scatto folgorante e poi la sciabolata del 2-0 per Di Gregorio. Varrà nulla il possesso (54%), perché la sintesi è nella verticalità, nell’esagerata esuberanza dei centrocampisti e degli attaccanti, nella disinvoltura con cui la difesa doma l’ avversario. Il Napoli fa tutto bene, standosene nel proprio 4-3-3, e attacca le linee e gli spazi, a pressare e ridurre le distanze dalla porta. Lobotka governa dal basso, poi si trasforma in uomo di lotta, rubare l’idea a Valoti e ispira Kvara per il 3-0. Alla festa si «intrufola», nel finale, anche Kim, di testa, staccandosi e poggiandola nell’angolo lontano per il quarto gol della domenica. Sono nove in due partite, con Ndombele, Raspadori e il «Cholito» Simeone, che si godono lo spettacolo dalla panchina. E’ un altro Napoli, nell’allegria e nell’atmosfera di uno stadio consapevole di poter vivere sensazioni e il sospetto che sia nata una stella a illuminare il futuro c’è già.