Ieri pomeriggio c’è stata la prima storica trasferta in serie A per il Monza di mister Stroppa, impegnato al “Maradona” contro il Napoli.
Napoli e Monza si sono affrontate ieri pomeriggio alle ore 18:30 allo stadio “Diego Armando Maradona” nella 2° giornata del campionato di serie A. C’era molta curiosità per vedere l’esordio dei tre nuovi calciatori partenopei, arrivati tutti in settimana, partiti dalla panchina ma mai entrati. Il match non ha avuto storia con gli azzurri che si sono imposti con un 4-0 nettissimo che fa ben sperare per il futuro.
Ecco, di seguito i principali spunti del match:
- La fame: nove tiri verso la porta brianzola nei primi quindici minuti a certificare la forza del Napoli. I partenopei, come detto già post Verona, sono cattivi e ambiziosi e stanno palesando una “fame” diversa rispetto agli anni passati. Se proprio vogliamo trovare un limite in queste prime due giornate è forse lo “specchiarsi” troppo prima di fare male davvero agli avversari. Ma questa squadra può far davvero innamorare i tifosi.
- PIETRO II: già perché Zielinski in questa stagione sembra la versione 2.0 del calciatore visto negli anni precedenti. Molto bello ma spesso estraniato dal gioco in passato, più pratico e certamente al centro della manovra offensiva quello invece visto nelle prime due giornate, con un gol all’esordio e un assist ieri. Ha toccato quota trecento in serie A e quest’anno è a caccia di quella costanza che lo ha sempre un pochino limitato, potrebbe essere quella giusta. OTTIME PREMESSE RAGAZZO!!!
- Il panchinaro: un giornalista tifoso della Juventus pochi giorni fa aveva confessato che il club bianconero aveva seguito Kvaratskhelia ma solo per ampliare la panchina. In effetti il georgiano di ventuno anni in queste sue prime due giornate ha realizzato “appena” tre gol (di testa, di sinistro e di destro) e fornito un assist “no look” a Zielinski a Verona, nulla a che vedere con campioni del calibro di Kostic e Zakaria. Contenti loro…
- Il teorema di Lucio: il motivo per cui Spalletti è sempre stato rispettato da tutti i gruppi allenati nel corso della sua carriera è per la sua coerenza. Qualcuno forse si aspettava uno tra Raspadori, Simeone e Ndombele’ titolare ieri? Evidentemente allora non si conosce bene il buon Lucio perché lui il posto non lo regalerebbe neanche alla mamma. E se questi ragazzi hanno alle spalle solo due tre allenamenti in squadra ad entrare saranno sempre prima i vari Elmas, Politano e persino Zerbin. Per Firenze ci saranno certamente novità (e la stagione sarà lunghissima per cui serviranno tutti), ma nessuno cederà il posto così facilmente e in punta di piedi.
- I santoni silenziosi: una delle maggiori soddisfazioni per il sottoscritto è di essere stato accusato sia di essere “filosocietario” che “antiaureliano”. Vuol dire riuscire a mantenersi il più possibile equidistante e saper valutare i fatti. Ho rispetto di tutti i tifosi e delle loro opinioni (ma non delle violenze, neanche quelle verbali), ma non riesco proprio ad accettare atteggiamenti di addetti ai lavoratori che nascondendosi dietro a pseudonimi cavalcano l’onda del malumore estivo dei tifosi. Una versione “impoverita” del primo Beppe Grillo politico (ma col 90% in meno di contenuti) per provare ad aizzare la folla a suon di slogan e cartelli autostradali con un solo obiettivo personale, ovvero la notorietà. Tre mesi di guerra trasformati in giustificazioni del tipo “non contestiamo il mercato ma l’arroganza societaria” e intanto quei post ACCHIAPPALIKE di critica e ridimensionamento di appena quindici/venti giorni fa sono sempre lì. Da sette giorni sono molto silenziosi ma, fidatevi, ai primi due risultati negativi torneranno fortemente a soffiare contro.
Articolo a cura di Marco Lepore