Maurizio De Giovanni, scrittore napoletano, e grande tifoso del Napoli, in un lungo post sui social prova a mettere pace fra le varie fazioni di tifosi che si sono create dopo il malcontento in seguito ad un inizio mercato poco convincente.
Essendo questa l’unica grande città con una sola squadra, e di conseguenza essendo privi di quella forte rivalità tipica del derby, riusciamo a surrogarla con inutili polemiche faziose che culminano con la curiosa metafora del carro. In sintesi, metà tifoseria accusa l’altra metà di voler salire o scendere dal famoso “carro” dei vincitori o dei perdenti. Addirittura si adombra, da parte di alcuni, che altri sarebbero felici di una sconfitta del Napoli al solo fine di dimostrare che la propria disfattista teoria sia giusta.
Questa, com’è ovvio, è un’evidente sciocchezza. È antitetico allo stesso concetto di tifoso essere felici per una sconfitta della propria squadra. Così come una critica, se costruttiva, è tutt’altro che segno di poco amore, anzi.
Una decina di giorni fa, intervistato dagli amici di Sky Sport, ho detto che secondo me il Napoli era tutt’altro che debole, come detto dalla maggior parte dei commentatori; figuriamoci adesso, dopo la bellissima vittoria di Verona e dopo gli acquisti di questi giorni. Non ero obiettivo, naturalmente; e nemmeno voglio esserlo.
Il tifoso è un innamorato. E ci sono tanti modi di amare, nessuno giusto e nessuno sbagliato. Si ama piangendo, si ama sorridendo. Alla fine tutti soffrendo o essendo felici.
Sullo stesso carro, sul quale si sale alla nascita e dal quale non si scende mai più.