Da un secolo e mezzo, l’obiettivo del calcio è il gol. Estremizzando, il gol lo può segnare anche il portiere. Con un calcio lungo. Il massimo della verticalizzazione. Oppure lanciando lungo, per le punte. Centrali. O Esterne. Ma dall’altra parte ci sono gli avversari. Per cui, il lancio lungo può essere respinto dai centrocampisti e/o dai difensori avversari. Da questa, eventuale, respinta avversaria, nasce una palla contesa. Che in gergo viene denominata “Seconda Palla”. In inglese, “Second Ball”. Ecco, quindi, l’universale modalità di gioco. Conosciuta, praticata e diffusa in ogni tempo e luogo calcistico. Anche oggi. In tutte le categorie. Per decenni è stata l’unica versione, o quasi, del calcio europeo. Britannico in particolare. Ma anche tedesco. Un calcio offensivo. D’assalto. Di combattimento. Di scontro fisico. Proprio sulla famosa “Second Ball”. Un calcio “Verticale”. Splendide eccezioni: le squadre portoghesi, slave, olandesi, spagnole. Che, invece, hanno sempre amato un calcio molto più tecnico. Basato sul possesso del pallone. Esattamente come in Sudamerica. Quindi un calcio di tipo “Orizzontale”. In Italia? Ricordiamo la rivoluzione olandese di Mister Luis Vinicio, con il suo avveniristico Napoli. Poi il Vicenza di Giovanbattista Fabbri. Il Milan e la Roma di Nils Liedholm. Il Milan di Arrigo Sacchi. Il Parma di Nevio Scala e di Alberto Malesani. Fino al “Tiki-Taka Vertical” di Mister Maurizio Sarri, a Napoli. Versione italiana del Tiki-Taka di Mister Pep Guardiola. E, più in generale, del calcio spagnolo. Con interpreti superbi. Sia nei club, che in Nazionale. Il Tiki-Taka spagnolo, è un’esasperazione del possesso palla. E della pressione a tutto campo, in fase difensiva. Immediatamente dopo la perdita del possesso del pallone. Tutto ciò, è avvenuto negli ultimi 20 anni. Ma il calcio esiste da circa un secolo e mezzo. Il calcio “Verticale” è sempre esistito. Come pure quello “Orizzontale”. Le grandissime squadre sanno fare, benissimo, l’uno e l’altro calcio. Perché esiste sempre l’avversario. Che, magari, vuol provare a fare la gara. Esattamente come vorremmo noi. Si pensi alla Juventus di Marcello Lippi. Allo United di Ferguson. Al Real Madrid di…Sempre. Squadroni che sapevano e sanno fare tutto. Sanno interpretare le gare. Sanno interpretare i vari momenti, all’interno delle gare. Si pensi al Liverpool, al Bayern, al Psg di oggi. In Italia, oggi, l’Inter. Poi l’Atalanta. Adesso anche il Napoli. Un po’ meno Milan, Juventus, Roma e Lazio…Mister Gattuso ha avuto grandissimi maestri. Ancelotti e Lippi. E ha giocato in uno dei migliori Milan della storia. Vincendo tutti i tipi di competizione. Giocando sul corto e sul lungo. Verticale ed Orizzontale. Come ha sempre proposto anche Mister Spalletti. La storia del calcio ci insegna che si vince in tanti modi. Non con uno solo. Non solo di contropiede. Non solo con il possesso palla. E/o con il “rischiatutto” della costruzione dal basso. Nelle proprie aree di rigore. O, addirittura nelle proprie aree di porta. Che rischia di diventare “distruzione dal basso”. Come recentemente dichiarato dal Mister Serse Cosmi. L’alternanza. L’imprevedibilità. Il calcio del futuro sarà anche il calcio del passato. Cioè il calcio di sempre. Per evitare estremismi paradossali. Come il Portiere “regista”. Il difensore “centrocampista”. L’attaccante “difensore”. Cioè, rispettando anche le caratteristiche dei Calciatori. Gli unici, veri e soli protagonisti. Di questo meraviglioso, ma molto complesso, gioco.
A cura di Alessandro Cardito