L’ex allenatore: «Spero che Luciano si metta lì con le braccia incrociate ad attendere all’uscio, con pazienza, tutti questi professori che a Napoli stanno creando un’atmosfera negativa: ci sarà da divertirsi…». Fabio Capello, una vita di trionfi sia come calciatore che come allenatore, guarda alla serie A che inizia questo week end e alla Champions che commenterà nei salotti tv di SkySport. Don Fabio non ha mai peli sulla lingua, è sicuro che la Roma abbia messo a segno uno dei colpi più importanti del mercato – e non è Dybala – e che pure senza Koulibaly questo Napoli può volare in alto. Anche se la sua favorita per lo scudetto è l’Inter.
Capello, però lei ha detto che se fosse rimasto Koulibaly, il Napoli sarebbe stata la sua favorita per lo scudetto. «Certo ma è andato via. Ed è chiaro che ha perso un calciatore che ha personalità in campo, ma anche nello spogliatoio. Non avere più uno come lui, vuol dire perdere certezze in un reparto, come quella della difesa, dove c’è sempre bisogno di esperienza, scaltrezza. Ecco, indubbiamente il Napoli ora è cambiato».
Ha perso anche il miglior marcatore della storia e il suo capitano. Pesante? «Ci sta che a un certo punto si decida di azzerare e ricominciare. Giocare per tanti anni sempre con le stesse persone, porta a codificare le cose, a ripeterle sempre. Evidente che De Laurentiis ha avvertito questa esigenza. Non deve spaventare il cambiamento. Per due volte è toccato anche a me ricominciare daccapo, quasi da zero e tutte e due le volte quando sono arrivato a Madrid a guidare il Real».
Cosa deve fare Spalletti? «Per certi versi, può essere anche divertente. Quando ci sono cambiamenti così profondi, radicali, le cose essenziali sono le idee. Che, sicuramente, a Spalletti non mancano. Una situazione del genere dà solo stimolo, costringe a una ricerca approfondita delle cose. Io, sempre al Real Madrid, accettai anche la sfida di avere Ronaldo che al suo arrivo pesava 94 kg. E gli fece perdere 10 chili».
Mertens e Insigne di gol ne avevano… non è che al momento i conti non tornano in termini di gol? «Al momento. Ma il mercato è ancora molto lungo. Sento di Raspadori che secondo me non ha ancora fatto vedere tutto il suo valore ed è uno che a me piace molto. E poi ha una cosa che a Napoli può infiammare: si vede che ha voglia di arrivare, di combattare. Non è facile far dimenticare uno come il belga, che era divenuto un jolly sempre pronto a essere gettato in campo in base alle esigenze e alle necessità. Però, a un certo punto è giusto per tutti ripartire. Anche per lo stesso calciatore».
La certezza, probabilmente, è Osimhen? «Sotto l’aspetto puramente tecnico, per esempio quando calcia in porta, deve crescere ancora. E Spalletti lo aiuterà a farlo. Certamente, è una grande realtà, un attaccante moderno, atleticamente possente. Ma in questa serie A è ai livelli dei due migliori in circolazione, ovvero Lukaku che è praticamente incontenibile e Vlahovic che quando trova spazio davanti a sé non lo fermi mai».
Insomma, un Napoli che vede ancora tra le migliori? «Ci sarà da divertirsi. Vedo una serie A molto equilibrata, un po’ come lo scorso anno. Anche se gli equilibri possono ancora cambiare in base alle operazioni di mercato di questo agosto. Ma, per esempio, la Roma è lì, con operazioni intelligenti».
Le piace Dybala? «Certo, a chi non piace? Ma il vero colpo di Mourinho è lì nel mezzo ed è Matic. È impressionante, in pochi sanno fare diga a metà campo come lo sa fare lui. Ovvio che la Roma non si può nascondere ma non credo, visto l’entusiasmo, che pensi di farlo».
A Napoli, invece, entusiasmo ce ne sta poco, lo sa? «I professori stanno ovunque. Spalletti saprà come ripartire: se non fosse stato per la sconfitta in casa con la Fiorentina e la caduta di Empoli, il Napoli avrebbe lottato fino alla fine per lo scudetto e chissà come poteva finire. Io ho sempre creduto che fosse la favorita per la vittoria del campionato. E spero che Luciano riparta da quella rabbia, che tutto il Napoli voglia prendersi la rivincita contro tutti i professori che non credono in questo progetto che, al contrario, merita fiducia».
Klopp è critico per il Mondiale in inverno. Lei? «Qualche strascico ci sarà, penso a quei campioni che giocheranno fino alle semifinali e alle finali rispetto a chi esce subito o non gioca proprio la Coppa del Mondo. In tanti, immagino, hanno fatto la preparazione proprio sapendo di questo stop dei campionato per due mesi, qualcuno consigliava di prendere esempio dai preparatori della Bundesliga dove, ogni anno, ci si ferma per un mese. Però, alla fine, vinceranno sempre le squadre più attrezzate, non credo alle sorprese…».
Neppure in Champions? «Ma no. Quest’anno c’è una strafavorita per me: il Manchester City. Non c’è corsa, ha finalmente un centravanti poderoso che è Haland. Potenza e velocità, ho visto la partita con il West Ham e ho capito che questa volta Guardiola non ha scusanti: deve vincere la Champions. Anche se poi, alla fine, gli diranno che, vero il suo gioco, ma ha vinto la Champions prima con Messi e poi con Haland…».
A pochi giorni dal via, cosa pensa del nostro campionato? «L’Inter è sempre un passo in avanti. Roma e Milan sono quelle che mi sembrano già al completo. Ed è un vantaggio. La Juventus vive con l’handicap di Pogba e c’è il rischio che possa giocare con il freno a mano tirato per via dell’infortunio, temendo di poter saltare il Mondiale in Qatar. E pure il Napoli è lì in corsa per un posto in zona Champions.
Fonte: Il Mattino