Rivoluzione di ADL: ecco come giocherebbe il nuovo Napoli di Spalletti!

Otto mesi fa, era il 10 dicembre, De Laurentiis definì Spalletti: «Il migliore allenatore che abbia mia avuto», addolorando le vedove di Sarri. Il terzo posto e il ritorno in Champions League hanno esaltato la maestria del signore di Certaldo che pure si sarebbe incatenato volentieri allo stadio Maradona, se il sacrificio fosse servito a evitare la cessione dell’“insostituibile” Koulibaly. Otto mesi dopo, a dodici giorni dal debutto nella nuova Serie A (Verona, 15 agosto, ore 18.30, Hellas-Napoli), più che mai il successo della rivoluzione ADL è nelle mani del signore di Certaldo. Che le idee chiare le ha eccome. A cominciare dal portiere: «Meret? Serve stare in piedi: se ti danno una spallata e vai giù È segno che non hai quel carattere e quella forza. La personalità passa anche dall’emotività». Si capisce perché Kepa Arrizabalaga abbia detto sì al Napoli, ricambiato, a patto che Todd Boehly, nuovo patron del Chelsea si accolli il 75% dell’ingaggio del basco. Questi, nel 2018 era diventato il portiere più caro della storia, essendo stato pagato 80 milioni, poi però a Stamford Bridge è stato inesorabilmente sospinto in panchina da Mendy. In difesa, se Kim ingrana e se nessuno dalla prima partita ufficiale gli chiede di fare il Koulibaly, il nazionale sudcoreano può essere una rivelazione. A centrocampo, se resta com’è, cioè se Zielinski e Fabian Ruiz rimangono, con Lobotka possono innescare la velocità di Kvaratskhelia e Lozano al servizio di Osimhen. Se poi davvero arrivasse Raspadori, si capirebbe perché Spalletti ne sarebbe entusiasta: dal 4-3-3 di cui sopra potrebbe passare anche al 4-2-3-1 con Raspadori che starebbe a Osimhen come nel Sassuolo stava a Scamacca. Il nuovo Napoli intriga parecchio. Può fare sfracelli, ma non sfracellarsi. Sennò, che senso avrebbe fare la rivoluzione?

Fonte: CDS

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