L’intermediario che ha curato il passaggio di Insigne al Toronto, Andrea D’Amico, ha parlato in una lunga intervista a Il Foglio. “Il futuro del calcio è la Major League Soccer. Lo dico da quando nel 2015 portai a Toronto Sebastian Giovinco. Qui hanno tutto: organizzazione, strutture, risorse, stadi, sponsor e tanto entusiasmo. Qui il calcio non è solo business, ma un nuovo entusiasmante modo di vita. Qui le guerriglie di casa nostra sono impensabili. Si va allo stadio con tutta la famiglia per la gioia di assistere a un evento sportivo. La partita è il cuore di un intrattenimento, che è diventato un rito. Si beve, si mangia, si ride, si esulta, si stacca la spina e ci si ricarica dopo una settimana di lavoro. A Toronto il calcio è la parte emergente di una dimensione molto più vasta. Vi è un’unica proprietà per le squadre di calcio, di basket, di football canadese e di hockey su ghiaccio. Non dimentichiamo, poi, che nella Greater Toronto Area vivono un milione e mezzo di italiani. Anche per questo il calcio ha stravolto tutte le gerarchie, diventando lo sport più importante. Giovinco arrivò qui, quando aveva 28 anni. Bernardeschi ha la stessa età, Insigne ne ha 31. Esattamente un anno fa si sono laureati campioni d’Europa con l’Italia e sono entrambi all’apice della carriera. La Mls non è più il cimitero degli elefanti. E il mercato non è più unidirezionale”.