Antonio Corbo, giornalista, ha parlato oggi ai microfoni di Radio Marte alla trasmissione Marte Sport Live.
“De Laurentiis quando parla di Mertens dice che come tifoso voleva accontentarlo, ma come presidente ha dovuto guardare anche gli interessi aziendali. Credo che con la mia lettera abbia svegliato i tifosi, che non era assolutamente polemica ma era un modo per far capire a De Laurentiis che stava affondando in un clamoroso equivoco. Da un lato i tifosi volevano che fosse il nipote di Achille Lauro, cioè un mecenate senza se e senza ma, e dall’altra parte un presidente che guarda bene ai conti (forse troppo) che magari investe con eccessiva prudenza.
Questa prudenza, però, ha portato il Napoli a conseguire dei risultati economici eccellenti e dei buoni (non diciamo ottimi) risultati in campo. Secondo me, l’anno scorso lo scudetto si poteva vincere, tuttavia De Laurentiis non mi ha dato l’impressione di voler vincere a tutti i costi e Spalletti di saperlo vincere. Queste sono le mie personalissime impressioni, ma tutti i risultati mi sembrano degni di loda.
I tifosi devono capire che De Laurentiis non è un mecenate e non si svena, ma il patron (come manager) deve essere più cortese e gentile con i tifosi, perché sono i suoi soci di fatto. I fan portano soldi con l’acquisto di biglietti, maglie, con i diritti tv… I clienti vanno trattati con estrema attenzione. Credo che Mertens non sia rimasto non solo per l’ingaggio offerto dal club, ma perché non abbia trovato in Spalletti un invito o un cenno di entusiasmo a restare. I rapporti tra i due non sono mai stati caldi. Il belga ha capito che avrebbe avuto un’atmosfera non dico ostile, ma di perplessità. Ricordiamo che Mertens è stato un vero leader perché ha accostato alle sue qualità anche una forte personalità. Qualche parola che ha detto nello spogliatoio certamente non è passata inosservata, perché ha avuto un’intensità collaborativa che l’ha portato ad essere un personaggio. A Spalletti, probabilmente, questi personaggi non sono congeniali.
Dybala lo avrei preso, perché tecnicamente è eccellente, uno degli ultimi numeri 10, oltre ad essere un argentino che avrebbe giocato nello stadio di Maradona. Ma De Laurentiis non vuole più prenderli i giocatori di 27-28 anni, ma vuole calciatori di talento e con un lungo domani. Su Raspadori non credo non ci siano speranze.
Umori del pubblico? Sono i risultati che rendono tangibili poi i comportamenti. Se il Napoli va bene, l’atteggiamento dei tifosi cambia. Allora ADL ha il diritto e il dovere di curare i suoi interessi e di scegliere l’indirizzo tecnico e finanziario migliore, ma prendendosi le sue responsabilità. Poi vedremo se avrà ragione, ma a una cosa non deve venir meno: al rispetto e alla considerazione per i tifosi. Non dico che deve trattarli come amici, ma da clienti di riguardo. Koulibaly? Non pensate che De Laurentiis sia uno sprovveduto. L’offerta di 6 mln è stata fatta mesi fa, in quel momento rinnovare sarebbe stato un affare per il Napoli. Era una cifra giusta da mercato. Mentre è già un miracolo che il Napoli abbia recuperato 35 milioni”.