Ferlaino: «Finalmente lo dico: in Italia-Argentina tifai per Maradona»

Ai microfoni de Il Mattino  

«Io e il mio Napoli per 33 anni abbiamo subito offese e provocazioni in tutta Italia. Da questo punto di vista i tempi di Maradona sono stati i peggiori. Io c’ero la sera del 3 luglio ’90».

Corrado Ferlaino siede di fianco ad Antonio Matarrese nella sala Uif del tribunale, ospiti dell’Ordine avvocati di Napoli per chiacchierare sul calcio di ieri e di oggi, e per presentare il libro dell’ex numero uno del football italiano E adesso parlo io (Cairo Editore).

«Corrado ha fatto la storia del nostro calcio, lo amo perché ci ha messo sempre il cuore» e giù un abbraccio prima dei complimenti al contrario. Ma è troppo ghiotta l’occasione per non raccogliere l’assist dello stesso Matarrese, che nel volume accusa Napoli di esseri schierata dalla parte del suo Re nella storica semifinale di 32 anni fa. A Ferlaino non pare vero togliersi i sassolini dalle scarpe: «In quel Mondiale Diego venne fischiato e oltraggiato ovunque. Il San Paolo si schierò per l’Italia o per i sudamericani? Io tifai per l’Argentina e nessun napoletano offese Maradona». Sull’argomento, scherzosamente (ma non troppo), è arrivato l’altro carico a firma di Romolo Acampora, ex capo dei servizi sportivi del Mattino. «Consiglio fortemente di scrivere una seconda edizione. I festeggiamenti dopo quella partita li avevamo organizzati per omaggiare l’Italia in finale e dopo la gara, da perfetti padroni di casa ci sembrò giusto accogliere gli ospiti anziché rispedirli a casa».

LA POLEMICA

Da buon democristiano, Matarrese ha ascoltato, incassato e sorriso, duettando con i padroni di casa, gli avvocati Antonio Tafuri, Lucio Giacomardo, Marino Iannone e Nathalie Mensitieri e trovando risposte alle tante domande dei giornalisti Massimo Corcione, Antonio Sasso, Gianfranco Coppola e Alberto Cerruti, coautore del libro. Quando Ferlaino gli ha sussurrato «Mi aspettavo chissà quali scandali venissero fuori dal tuo libro», Matarrese si è sciolto. «Presi Sacchi ma la Figc non aveva soldi, allora rinegoziai il contratto con la Rai sui diritti tv. Prima della finale di Coppa Campioni a Bari tra Stella Rossa e Marsiglia, il presidente francese Tapie mi avvicinò per corrompermi, manco gli risposi. De Laurentiis? Non ho un buon rapporto con lui, è venuto a Bari a fare calcio senza mai volermi conoscere. Il calcio italiano oggi? Una guerra tra bande, non esiste un vertice pensante, una Babilonia. Non abbiamo voce in capitolo come dicono le due esclusioni dal Mondiale, di questo passo la crisi durerà all’infinito».

Fonte: Il Mattino

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