Lorenzo Insigne: un Grande…

Napoli-Genoa è stata una vera celebrazione. Dedicata ad uno dei più grandi talenti del calcio italiano. Che piaccia o non piaccia. Anche se rimane inspiegabile, che uno così, non possa piacere a chicchessia. Misteri delle bassezze umane. Uno che ha messo in porta tutti i tipi di compagni. Più e meno abili. Che, almeno in questo fondamentale, il passaggio, non teme confronti. Ma anche storici. Con i più grandi di tutti i tempi. Non ricordo, di aver mai visto, uno che ti mette in porta così facilmente. Così ripetutamente. Quasi lo facesse con le mani. E poi. Un vero e proprio regista offensivo. L’unico trequartista / “mezzala di punta”, che a memoria io ricordi, capace di correre su e giù come un terzino. Capace di sgobbare come un mediano di rottura. E di non spararsi, minimamente, le pose da primattore. Di non atteggiarsi mai a divo calcistico. Ma di dare sempre l’esempio, davanti a tutti. Correndo. Contrastando. Creando sempre situazioni di gioco imprevedibili. Tutti gli avversari, sapevano del suo cambio di gioco, sul lato debole avversario. Ma questo non ha impedito che i suoi passaggi gol siano stati, lo stesso, centinaia. Centinaia. Chiedere informazioni al carissimo Josè Maria Callejon. Qualità e valori da campione. Da top player assoluto. Senza se e senza ma. Qualità e valori che contano molto di più dei titoli italiani raggiunti. O, calciopolisticamente, sottratti. Ma come ebbe a dire il grande Johan Cruijff: “…Peggio per la Coppa, non essere arrivata nelle mie mani…Peggio per lei…”. Ecco. Tutto il mondo calcistico, e non, conosce le verità italiane. Qualità e valori molto più importanti, anche dei titoli internazionali. Molto, ma molto di più del 25% di partecipazione, tra gol e passaggi gol, ai 979 gol del Napoli di questa era. Lorenzo Insigne, più di tutti, doveva essere al centro del progetto. Uomo simbolo. Si schiera prima lui. Poi gli altri. Il Capitano. Il Rappresentante della Napoletanità in campo calcistico. Un calcio sempre più anonimo. In mano a mercenari. Senza passione. Non doveva assolutamente finire così…Poi, Napoli-Genoa è stata anche una festa del Calcio giocato. Merito del Napoli. Ma contributo notevole anche da parte del Genoa. Che predispone un piano gara con partenza a razzo. Pressione a tutto campo. E molti presupposti per azioni pericolose, sfumate per poco. Gli Azzurri, come sempre, fanno tanto gioco. Tante azioni pericolose. Tante palle gol. Ma, come troppo spesso accade, realizzano pochi gol rispetto al volume di gioco espresso. 17 azioni salienti a 5. 3 gol a 0. Percentuali realizzative 18% – 0%. 32′ gran gol di Osimhen. Di testa. Su cross di Di Lorenzo. Il 7° in stagione. Più di tutti in Serie A. 1-0. Al 63′ Insigne realizza su rigore (fatto calciare 2 volte). 2-0. Un altro gol storico. Nel commovente abbraccio del San paolo Maradona. Infine, 80′ Lobotka va in porta. Partendo dalla propria trequarti. 3-0. Genoa ancora pericoloso anche sul parziale di 1-0 (con Portanova che sfiora il pari, a tu per tu con Ospina). Il Napoli che consolida la terza posizione in classifica. Il Genoa, invece, che retrocede. Ma ho un nodo in gola…Che non vuole andare più via…Ciao Capitano…”Mio” Capitano…

A cura di Alessandro Cardito

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