Victor Osimhen ha definito «quasi un’esperienza pre-morte» l’infortunio con successivo intervento rimediato contro l’Inter lo scorso 21 novembre. Lo scontro aereo con Skriniar comportò fratture multiple scomposte dell’orbita e dello zigomo sinistro, l’inserimento di sei placche e diciotto viti in titanio sulla mascella durante l’operazione, una prognosi di novanta giorni e uno stop effettivo di due mesi che l’ha costretto a saltare la Coppa d’Africa.
IL RACCONTO. Osimhen, parlando a Wazobia Fm, ha rivissuto quei momenti, gli istanti successivi al terribile impatto e le difficoltà post-intervento: «Per diverse notti non sono riuscito a dormire e a mangiare. Ma sono un leone e conosco la mia mentalità. Avevo già programmato il ritorno in campo». Fu terribile l’impatto con Skriniar, un istante che ha segnato la sua ultima stagione: «L’infortunio che ho avuto contro l’Inter è stato come un infortunio pre-morte. Sono l’unico che l’ha sentito e posso parlare solo io di come mi sono sentito – le parole del centravanti del Napoli – perché era il mio viso e il mio corpo. Ma essendo riuscito a stare in piedi senza usare la barella, uscendo dal campo da solo, ho capito che era qualcosa che potevo gestire. Quando sono arrivato in ospedale, ho detto al mio medico che sarei stato fuori per due settimane al massimo. Dalle radiografie era venuto fuori che avevo molteplici fratture che hanno dovuto rimuovere e riparare di nuovo all’interno».
DICIOTTO VITI. Osimhen fu subito portato all’ospedale Niguarda di Milano. I sospetti sull’entità dell’infortunio furono confermati poche ore dopo dal Napoli con un comunicato ufficiale: «Gli esami strumentali effettuati a Victor Osimhen al termine della gara Inter-Napoli hanno evidenziato fratture multiple scomposte dell’orbita e dello zigomo sinistro». L’intervento andò bene, Osimhen fu operato dal professor Gianpaolo Tartaro coadiuvato dal dottor Mario Santagata e alla presenza del dottor Canonico. Non si era trattato di una semplice frattura allo zigomo, lo scontro aveva interessato diverse ossa del viso e aveva creato un danno devastante. Per questo fu necessario inserire sei placche e diciotto viti.
RIPRESA. Osimhen è tornato ad allenarsi a metà dicembre, nel frattempo ha atteso la costruzione della maschera protettiva di kevlar e carbonio indossata dal rientro in campo (17 gennaio, 19 minuti nel finale contro il Bologna) e fino al termine della stagione. Il 6 febbraio ha ritrovato una maglia da titolare con gol a Venezia, da quel momento s’è scatenato segnando diversi gol di testa (come l’ultimo col Genoa) e confermando di avere un carattere forte grazie al quale è riuscito a rialzarsi senza avere contraccolpi dopo il trauma. Osimhen, che aveva segnato cinque gol in campionato prima dell’incidente, ha concluso la stagione con diciotto reti complessive, ha realizzato due doppiette a ridosso della primavera (a Verona e Udinese) e s’è lasciato alle spalle un grosso spavento.
Fonte: CdS