Nel mirino “l’affaire” Osimhen. Indagine su oltre 21 milioni: tutti i dettagli

L ‘ affaire Osimhen varca i confini della giustizia sportiva. L’operazione di acquisto di Osi, conclusa con il Lilla nell’estate 2020, è finita nel mirino della Procura di Napoli: ieri sono stati iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di falso in bilancio in concorso, il presidente Aurelio De Laurentiis; suo figlio Edoardo e sua moglie Jacqueline Baudit in qualità di vicepresidenti; sua figlia Valentina, in qualità di consigliere delegato del CdA del club; e Andrea Chiavelli, amministratore delegato del club. De Laurentiis senior, tra l’altro, dovrà rispondere anche dell’accusa di dichiarazione fraudolenta. I pm ipotizzano plusvalenze fittizie legate alla struttura dell’operazione con il Lilla che ha portato Osimhen in azzurro a fronte di un investimento di 71.250.000 euro così articolato: 50 milioni cash e i cartellini del portiere greco Orestis Karnezis (valutato 5.130.000); dei ragazzi della Primavera, Ciro Palmieri (valutato 7 milioni) e Claudio Manzi (valutato 4 milioni); e del giovane in prestito Luigi Liguori (valutato 4 milioni). Nel mirino sono finiti proprio i 21.130.000 euro che rappresentano il valore dei cartellini delle contropartite tecniche; un valore che ad aprile anche la Procura federale aveva ipotizzato improprio nell’ambito del cosiddetto Caos Plusvalenze: la Giustizia Sportiva, però, non ha riscontrato illeciti e ha prosciolto tutti i club coinvolti in due gradi di giudizio. Napoli compreso. Il filone napoletano, tra l’altro, segue quello inaugurato dall’autorità giudiziaria francese: la compravendita di Osimhen è già da tempo nel mirino degli inquirenti di Francia.

Fonte CdS

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