In principio era la Ma.Gi.Ca. Se si pensa a un trio da sogno, non si può che passare da Napoli, da quel Napoli. Con Diego Armando Maradona, Bruno Giordano e Antonio Careca. «E c’era pure Andrea Carnevale», ricorda l’ex bandiera di Lazio e appunto Napoli. Sono giorni di mercato e di sogni, sempre più grandi sembrano soprattutto quelli dei tifosi di Inter e Juve, proprio attorno a dei tridenti che possono cambiare completamente volto alle formazioni di Simone Inzaghi e Max Allegri, stravolgendo magari le gerarchie non solo in Italia. Da una parte si lavora alla composizione del trio Dybala-Lukaku-Lautaro, dall’altra al tridente Di Maria-Vlahovic-Chiesa con Pogba appena più indietro: «L’importante è farli giocare, la qualità non è mai troppa e poi i campioni sanno sempre come dare equilibrio. Il problema è quando in realtà, quelli che crediamo campioni, sono solo giocatori normali» commenta Giordano.
Ma voi come facevate? «In realtà tutto veniva naturale. Io ho giocato con Diego e Careca, ma anche con Carnevale, se abbiamo fatto quello che abbiamo fatto è perché ci veniva data fiducia e poi in campo l’intesa la trovavamo noi. Io credo che ai campioni vada data la giusta libertà, poi sanno loro dove andarsi a piazzare, con e senza palla. Ripeto, il problema dell’equilibrio si pone quando in realtà non si parla di veri campioni. Perché poi andiamo in Europa e vediamo che all’estero ce la fanno, solo noi restiamo bloccati dalla paura di non avere equilibrio».
Meglio Dybala-Lukaku-Lautaro o Di Maria-Vlahovic-Chiesa? «È proprio un bello scegliere. Per mio gusto dico Dybala-Lukaku-Lautaro, anche perché ci sono almeno due giocatori che hanno già giocato insieme a lungo e ad alti livelli, poi c’è Martinez che secondo me è il più forte in assoluto di questi sei perché ha tutto ciò che deve avere un attaccante. Si tratta in ogni caso di due tridenti che farebbero la differenza anche in Europa, ne sono convinto».
In questo modo quanto cambierebbero Inter e Juve? «Tantissimo e in meglio. L’Inter potrebbe puntare tutto sulla voglia di riscatto di Dybala e soprattutto di Lukaku, che se dovesse arrivare dovrebbe farsi perdonare parecchio. C’è chi dice che Inzaghi ne lascerà sempre fuori uno per il suo modulo, io credo che una formula per farli coesistere la troverà senza stravolgere tutto. La Juve con Di Maria guadagnerebbe una dimensione internazionale, sarebbe fondamentale anche per Vlahovic e Chiesa con un tridente più ampio e forse più facile da mettere insieme. Sarebbe bello per tutto il calcio italiano, un giocatore così fa salire tutto di livello. Ma il vero grande colpo è un altro secondo me».
Quale? «Pogba, è lui l’acquisto più importante di tutti. Allo United non è andata come voleva ma sa fare tutto, è il leader della Francia campione del mondo, ha voglia di dimostrare. Parliamo di un top player che porterebbe anche personalità oltre che la sua immensa classe».
Oggi, 21 giugno, chi è la favorita? «Dico ancora il Milan, l’addio di Kessie è un brutto colpo ma se due anni fa sembrava insostituibile oggi con Tonali e Bennacer la mediana è già pronta. Il Napoli senza Insigne è già un passo indietro, sperando che non perda anche altri big come Koulibaly. Mentre per Inter e Juve in questo momento si parla ancora di ipotesi, i nerazzurri devono fare i conti anche con cessioni pesanti come potrebbe essere quella di Skriniar e non solo con gli eventuali arrivi di Lukaku e Dybala. La Juve poi ha già perso pedine importanti, oltre allo stesso Dybala penso a Chiellini, pure a Bernardeschi, dovrà per forza di cose mettere a segno acquisti pesanti. Anche le romane sono indietro, la Lazio deve rifarsi il trucco in tanti ruoli, la Roma ha trovato in Matic un grande centrocampista ma sembra ancora incompleta» .
A fine mercato invece come si aspetta la griglia di partenza? «Con la Juve davanti a tutti. Intanto se davvero prendesse sia Pogba che Di Maria sarebbe una squadra già completamente diversa, in grado di essere assolutamente competitiva anche in Europa. Per ora mancano davvero troppe cose alla squadra bianconera, ma mi aspetto che riusciranno a fare tutto e bene».
Fonte: CdS