Zoff: “L’affetto per Bearzot e l’invidia per Scirea; Maradona non era di questa terra”

Non si sente affatto una leggenda, Dino Zoff. Solo uno che ha lavorato bene. Lo dice ai microfoni di La Repubblica. Il grande affetto per Bearzot, “l’invidia” per l’amico Scirea, la sensazione su Maradona…

Bearzot – «Non ho inciso su niente, potevo fare meglio, potevo fare di più. Potevo dire le parole che non ho detto. Ti voglio bene a Enzo Bearzot non l’ho detto mai, e ora me ne pento, però l’ho amato più di mio padre. Noi friulani ci vergogniamo di tutto». «Berazot era il più grande di tutti, il Mundial lo vincemmo grazie a Bearzot che è stato prima offeso, poi osannato falsamente e infine dimenticato: non perdonerò mai chi gli ha fatto questo. Enzo fu trattato con violenza, fu malmenato dalla critica. Tuttavia non ne soffrì, perché sapeva come va il mondo. Lo ferirono molto di più i complimenti fasulli».

Scirea«Io ero soltanto un timido che passava per migliore di quanto fosse. Quello perfetto era Gaetano Scirea, lui sì. Gaetano era l’essenza dello stile di un uomo, la forma che diventa sostanza. Mi chiedevo come facesse. Arrivai al punto di invidiarlo, anche se eravamo amici fraterni, e ora di questo mi vergogno». 

Maradona, nell’ ’82 –  «La partita più bella di tutte, una battaglia sublime contro un avversario feroce e furbo. Ma a loro non bastò. Giocai per la prima e ultima volta contro Maradona, una creatura non di questa terra, bastava uno sguardo per capirlo. Il mio amico Luciano Castellini mi diceva che Diego poteva fare gol anche con la spalla, colpendo forte come se fosse stato il piede».

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