Insigne, il Plebiscito, D’Alessio e gli amori che non finiscono mai

Quando Gigi D’Alessio lo ha invitato ad alzarsi, Lorenzo Insigne ha ricevuto il tributo del Plebiscito. Non erano i cinquantamila che lo salutarono al Maradona il 15 maggio, ma erano davvero tanti. In piazza per il concerto di Gigi, hanno ancora una volta dedicato un omaggio al capitano delle ultime tre stagioni che ha deciso di lasciare Napoli per accettare la mega offerta del Toronto. Non un emigrante come quello che Gigi e Francesco Merola hanno cantanto in Cient’anne ma un calciatore, campione d’Europa, che ha deciso di fare questa scelta professionale in piena consapevolezza. Sapendo che il suo ciclo – e quello del suo Napoli – era peraltro finito.Così come era accaduto un mese fa a Fuorigrotta, Insigne si è commosso. Ha avuto la conferma – ma ce n’era bisogno? – che certi amori non finiscono. E’ quello di una larga parte della tifoseria nei suoi confronti e – sicuramente – il suo nei confronti della città e della squadra. In quello stadio aveva ascoltato anche fischi nei dieci anni napoletani e quel dissenso lo ha aiutato a crescere, a diventare capitano del Napoli e punto di riferimento nella Nazionale che ha vinto la Coppa d’Europa. Il ciclo con le due squadre del cuore si è chiuso nello stesso momento. Insigne, come i suoi compagni, aveva sognato di vincere il terzo scudetto. Lui capitano del tricolore, come quel Maradona apparso felice nel video della canzone Si turnasse a nascere di D’Alessio sulla spiaggia di Dubai. Non vi è riuscito ma i napoletani – glielo hanno fatto capire anche quelli che l’altra sera erano al Plebiscito – non lo ricorderanno per le sconfitte dure, i gol sbagliati, gli obiettivi falliti. Il ragazzo del tiraggiro, quello che si commuove perché ha cuore napoletano, non sarà dimenticato. F- De Luca (Il Mattino)

concertoD'AlessioInsigne
Comments (0)
Add Comment