Salvatore Caiazza, giornalista, nel suo articolo per IL ROMA, ha trattato diversi temi, ecco le sue parole: “Mertens? Siamo alle solite in questa città. Ormai è diventato uso comune il fatto che se non ci si allinea alla massa diventi un obiettivo da colpire a livello mediatico. Ci sono blog e profili social che vivono solo per prendere di mira chi magari come me evidenzia la ruffianeria di Dries Mertens nei confronti dei napoletani. Qualche buontempone, che ha deciso senza che nessuno glie- lo abbia chiesto di diventare il Robin Hood (sgrammaticato) del popolo partenopeo, non ha gradito il commento che ho fatto su Dries qualche settimana fa. E subito sono diventato anch’io il lecchino di Aurelio De Laurentiis. A quanto pare questi virgulti della rete non conoscono la mia storia giornalistica e non sanno che per me è “pane al pane e vino al vino”. Quando il presidente va esaltato lo faccio tranquillamente. Ma allo stesso tempo, quando va oltre qualche limite, lo bacchetto volentieri senza bavaglio e naturalmente in maniera educata. Non sono stato mica zitto quando dopo la sconfitta di Empoli ho criticato abbondantemente la gestione dei comunicati che riguardavano il ritiro. Tre notizie nel giro di poche ore che evidenziarono le solite lacune del club. Tornando a Mertens, dissi prima in tv e poi ad una radio semplicemente che il belga era stato molto bravo ad entrare nei cuori della nostra gente con un pizzico di furbizia. Dote che non è mai appartenuta a Lorenzo Insigne. L’ex capitano, infatti, è rimasto sempre se stesso e molte volte è stato criticato e anche fischiato solo perché ha detto quello che pensava. A quanto pare sarebbe stato meglio se uno dei suoi figli maschi lo avesse chiamato Diego per ricordare il grande Mara- dona. A quel punto si sarebbero aperte le porte del paradiso azzurro”.