SuperNews ha intervistato Mario Fontanella. Il bomber, originario di Napoli, ha raccontato la sua carriera costellata da tanti trionfi e decollata lontano dal nostro paese. In Italia nessuno gli ha concesso una buona occasione nonostante il titolo di capocannoniere conquistato in Serie D con la maglia del Budoni. Fontanella ha scritto così la sua storia calcistica a Malta. Nella Premier League maltese ha conquistato il campionato, la Coppa Nazionale e diversi riconoscimenti individuali. Tra il Floriana e il Valletta ha segnato oltre 100 gol (2 di questi in Champions League e 2 in Europa League) che gli sono valsi la nomina tra i bomber italiani più prolifici degli ultimi anni.
Mario, dalle giovanili del Napoli a bomber indiscusso del campionato maltese. “Transfermarkt” ti ha inserito tra i migliori marcatori italiani degli ultimi vent’anni. Hai qualche rimpianto per non essere rimasto in Italia?
Rimpianti no, perché non c’è mai stata una buona occasione in Italia e mi sono dovuto creare un’alternativa. Io ricordo ancora l’ultimo anno, in cui sono stato capocannoniere a Budoni in Serie D, nella stagione 2014/2015: nonostante i 27 gol stagionali non è arrivata nessuna chiamata. Pensavo di fare il salto in B, perché erano gli anni in cui alcuni calciatori sono riusciti a diventare professionisti, come ad esempio Nicola Citro, che dalla Serie D salì in B al Trapani, ma a me non arrivò nessuna proposta.
A Malta sei un idolo e so che in tanti ti vorrebbero nella Nazionale guidata da Devis Mangia. C’è la possibilità di vederti con la maglia maltese?
Ti dico che Mangia, prima di essere un grande allenatore, è un grande amico. Ci sentiamo tutte le settimane e ci stimiamo a vicenda. Mi ha sempre voluto in Nazionale, io stesso ho iniziato la pratica per ottenere la nazionalità nel 2020. A causa di varie vicissitudini, tra le quali il Covid, questa è andata un po’ per le lunghe. Alla fine, ho saputo che il Presidente della Federazione non mi voleva più perché diceva che ero “vecchio”. Mi dispiace tantissimo, perché mi avrebbe fatto piacere lavorare con il coach e anche perché mi considero un po’ maltese. La mia seconda figlia è nata a Malta, mentre la prima è arrivata qui quando aveva 5 mesi. Alla fine in Federazione hanno deciso. Alla convinzione che io sia vecchio, rispondo sempre facendo parlare il campo. L’età non mi interessa.
Veniamo al calciomercato. Hai quest’anno terminato la tua esperienza con la maglia del Valletta. Hai già deciso il tuo prossimo club?
Avevo un altro anno di contratto, ma il Valletta sta attraversando un momento molto complicato. Non hanno il presidente, economicamente sono in difficoltà e quindi, visto quello che provo per questo club, ho deciso di fare la rescissione rinunciando al mio ultimo anno di contratto. Avendo un ingaggio pesante, ho fatto questa scelta per il bene della squadra. Riguardo al futuro, ho avuto diverse offerte da Malta ma ho preferito scegliere di andare fuori. Nelle prossime settimane dovrei ufficializzare tutto con un club asiatico importante, ma per scaramanzia preferisco non annunciare niente.
Nella scelta finale conteranno i soldi o il lato tecnico?
Il lato economico può influire, ma la mia scelta non è dipesa da quello. Per prima cosa ho accettato un’offerta in un paese dove posso portare la mia famiglia. In secondo luogo, andrò a giocare nel club più prestigioso della nazione. Infine, posso provare a misurarmi in altri campionati per vedere se posso fare ancora la differenza. Vivo di motivazioni e mi piace mettermi in gioco.