Lunedì pomeriggio allo stadio Chiovato di Bacoli, si è svolto il triangolare per la Coppa Fulvio Gais, per ricordare lo storico dirigente del Napoli Carpisa Yamamay. Erano presenti tutte le calciatrici che fecero parte di quella storica promozione dieci anni fa. Ilnapolionline.com ha intervistato il portiere dello Jasnagora, squadra di futsal ed ex portiere azzurro Sabina Radu.
Dieci anni fa su questo campo ci fu la festa promozione in serie A del Napoli Carpisa Yamamay. Ci descriveresti quei momenti? “Sicuramente fu una splendida annata e che ricordo con enorme piacere. Lunedì per me è stato bellissimo ritrovare le compagne di squadra, protagonista di quella meravigliosa cavalcata e che resteranno nella storia”.
Restando a quel periodo della stagione, andaste anche vicini alla vittoria della Coppa Italia. Cosa ne pensi in merito anche dell’imminente passaggio al professionismo? “Sul passaggio al professionismo, direi finalmente, era ora. E’ il giusto riconoscimento alle calciatrici di aver fatto tanti sacrifici e portato il calcio a questo livello. La strada ovviamente è ancora lunga, c’è da crescere ancora, ma la strada intrapresa è quella giusta. Sulla quella finale contro il Brescia fu davvero indimenticabile per certi versi. Ricordo che per arrivare a giocarci la sfida contro le “leonesse” avevamo sconfitto qui a Bacoli la Torres ai calci di rigore, contro ogni pronostico. Rimane l’amaro in bocca per quella finale persa ma noi visto che eravamo in serie A2 c’è da essere soddisfatti per essercela giocata al meglio fino all’ultima gara”.
Infine ti vorrei chiedere un bilancio tuo personale sulla tua stagione nella squadra sarda di futsal dello Jasnagora? “Per certi versi il bilancio è tutto sommato positivo. Potevamo, così come la sottoscritta, certamente fare meglio. In campionato ci siamo ben comportati, abbiamo centrato il traguardo dei play-off, peccato essere usciti in semifinale ai supplementari per 3-4 contro il Progetto futsal, ma ci sta. Ora ricarichiamo al meglio le pile e pensiamo alla prossima stagione”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
RIPRODUZIONE RISERVATA ®