Camilla Vernocchi, Calciatrice: “Scudetto? L’Inter lo ha perso, ma meritava il Napoli”

A “IlNapoliOnLine” abbiamo il piacere di ospitare il contributo di Camilla Vernocchi, Studentessa Universitaria e Calciatrice, classe ’99, in forza al Sant’Ambroeus Milano, Calcio Femminile:

Segui molto da vicino le vicende dell’Inter: che visione hai della stagione appena conclusa?

“Innanzitutto, a differenza di come lo giudicava la sua ex squadra, penso che Calhanoglu, quest’anno, sia stato molto importante all’interno della squadra. L’unico periodo di “discontinuità” è stato il primo mese. Cosa normale. Dato che era appena arrivato. E penso che sia stato di grande aiuto a Brozovic. Il centrocampo, quest’anno, è dipeso solo da quest’utimo…E questo è stato anche uno svantaggio. Perché, dipendendo quasi al 100% da lui (confermato anche dal premio ricevuto come miglior centrocampista 2021/2022) se gli capitava la giornata no, l’Inter non usciva dalla propria metà campo. E’ stato un fulcro troppo importante, nel gioco. Ed essere così dipendenti da lui, ci ha fatto cadere in quel mese e mezzo tra Febbraio e Marzo, in cui abbiamo, di fatto, perso lo scudetto”.

E degli altri in rosa?

Giocatori invece come Gagliardini, D’Ambrosio e Di Marco penso siano stati molto utili nel loro piccolo. Anche se “insultati” da tutti, nel loro ambito e nella loro dimensione, facevano quello che era giusto fare. Facevano il loro lavoro…D’altra parte si tratta di due difensori ed un centrocampista. Con il loro umile calibro, potevano essere ben poco decisivi in situazioni difficili”.

Edin Dzeko?

Doveva invece essere decisivo. Ma ha “dormito”…Non mi aspettavo nulla quando è arrivato (alla roma come giocatore non mi è mai piaciuto). Quindi non posso neanche arrabbiarmi più di tanto. ha sbagliato molto in situazioni importanti. Però una cosa troppo utile è che lui si muove molto. Rientra spesso. Ed aiuta anche le fasce. Però il compito di un attaccante è segnare. E lui sembrava non esserne capace. O, comunque, banalmente, quando ricevi palla in area, non stoppi di petto e poi stai fermo a guardarti intorno per passarla a qualcuno. Se sei attaccante, e hai la palla al piede, tiri !”.

Uno che ti ha stupito?

“E’ stato Dumfries. Troppo decisivo in certe occasioni. E non soltanto perché ha segnato. Ma perché scarta, crossa, procura calci d’angolo. Ci ha fatto procurare anche un rigore. Non gli si può dire niente…”

La lotta al vertice?

Mio parere: avessimo vinto il derby di ritorno, lo scudetto sarebbe stato nostro. Un +10 sulla seconda è difficilmente raggiungibile. Anche psicologicamente. Ed il motivo della caduta di Febbraio, per me, è stato tutto di natura psicologica. I ragazzi, sapendo di poter vincere qualunque partita, visto l’andazzo della stagione, l’avranno presa alla leggera. E se non fosse questo, purtroppo penso che sia normale che la squadra in un periodo cali. Periodo che per noi, però, è stato un po’ troppo lungo. E ci ha portato a farci recuperare sia dal Milan che dal Napoli. Che, a mio parere, meritava lo scudetto anche più di Milan ed Inter”.

Che cos’è successo a Bologna?

“Molti danno la colpa della perdita dello scudetto a Bologna-Inter. Ma io non me la sento proprio. A quel punto del campionato, era una partita troppo importante. Il portiere Radu non ha mai giocato titolare nell’Inter. Ha fatto un errore davanti alla porta. Ma, comunque, la colpa della sconfitta non è stata sua. La colpa è stata degli altri. Che sull’1-0, non hanno spinto per fare il secondo gol. E, comunque, la compattezza e la forza della squadra è stata dimostrata dai due trofei che abbiamo vinto quest’anno. Che, per quanto più piccoli dello scudetto, sono comunque due trofei. Che i Campioni d’Italia, invece, non hanno vinto (sorride…). Comunque, al di là di tutto, sono convinta che, purtroppo, lo scudetto lo abbiamo perso noi. Non l’ha vinto il Milan. E rimango convinta che l’unica squadra che lo meritava davvero era il Napoli.

Dai tuoi studi di Statistica, qualche numero?

“Sicuramente per fare 7 punti in 6 partite (dal 6 febbraio al 30 marzo) è stato un grande ko. Infatti, come dicevo, la caduta è iniziata proprio col 2-1 del Milan a nostro svantaggio. Dando per “scontate” la partita contro il Torino 1-1. Contro il Genoa 0-0. E contro la Fiorentina 1-1. Contro  Sassuolo e Napoli è plausibile. Il Napoli era al top, in quel periodo. Ed il Sassuolo è un po’ la nostra bestia nera. Brozovic ha giocato titolare 35 partite, in una era infortunato. In una, squalificato. Ed in una (Inter-Fiorentina 1-1) non utilizzato. Secondo me, con lui in campo, avremmo “facilmente” vinto”.

La striscia positiva finale?

“Da quando abbiamo vinto con la Juve, abbiamo guadagnato 24 punti in 8 giornate. Tutte vinte. Considerando in mezzo le partite di Coppa Italia in cui abbiamo sempre vinto, prima battendo la Roma, poi il Milan e la Juve in finale, le gare consecutive vinte sono state 11”.

I calciatori meno “appariscenti”?

“D’Ambrosio ha totalizzato 20 presenze. Per essere un “panchinaro” non sono poche. 8 di queste da titolare. Con 1 gol ed 1 assist. Per un difensore non è poco. Soprattutto perché quasi sempre subentrato. E, conoscendo Mister Inzaghi, sarà subentrato probabilmente dall’ottantesimo in poi…”

Del Mister cosa dici?

“L’errore forse più grande è stato da parte dell’allenatore. I cui cambi sono stati sempre non prima del 75/80º minuto. Se la squadra è in difficoltà, 10 minuti non bastano per ribaltare la situazione…”.

Chi ti è piaciuto di più?

Per quanto mi riguarda, non solo numeri alla mano, poiché un calciatore non si può giudicare solo dai numeri come assist e gol, ma anche dalla totalità delle prestazioni e dall’utilità nel gioco, i migliori della stagione sono stati, a mani basse, Skriniar, Bastoni, Perisic e Brozovic. E questo dimostra perché il nostro attacco non ha funzionato. Infatti i migliori in campo sono stati due difensori, un centrocampista ed una fascia sinistra“.

E del tuo debutto con la compagine di Calcio Femminile del Sant’Ambroeus, Milano, cosa ci racconti?

“Ti manderò la foto della mia partita di esordio. In cui ho scelto la maglia numero 17. In onore del mio Gabriel (ed il Fidanzato, che è nato in quel giorno, sorride, compiaciuto…)”.

 A cura di Alessandro Cardito

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