Così scrive sul CorrSport Giudice:
“I l calciomercato è partito in anticipo rispetto alla data di apertura ufficiale ma sembra frenato da casi difficili che bloccano molti club. Quasi ognuno ha la sua croce da portare: giocatori costosi, di cui si farebbe volentieri a meno, spesso frequentatori stabili della panchina o addirittura ai margini del progetto tecnico.
La Juve è alle prese con Arthur, piombato sul bilancio a 71,6 milioni nell’estate 2020 in uno scambio poco funzionale sul piano tecnico ma utile a puntellare conti già allora scricchiolanti. In due anni il
Molti sono frutti tardivi della logica del parametro zero, disinvoltamente abbracciata nel passato. Club ingolositi dal risparmio sui cartellini e pronti a pagare stipendi non giustificati dal valore dei calciatori. “Tanto poi si rivende” era il refrain. Peraltro, quasi mai presi a costo zero perché i procuratori chiedono laute commissioni per “facilitare” l’affare e molti club arricchiscono più volentieri, curiosamente, gli agenti che altri club. Ma la curva biologica declina rapidamente oltre i trenta, il valore di mercato sfiorisce insieme alla possibilità di monetizzare il cartellino o anche solo liberarsi di un costo eccessivo.
È il fattore che rallenta le proclamate riduzioni del monte ingaggi, perché gli stipendi più onerosi coincidono spesso con le croste più dure.
Così l’Inter è alle prese col problema Sanchez: difficile trovare un club a lui gradito e pronto a
I problemi sono anche giocatori appetibili sul mercato ma vicini alla scadenza (2024), come Zaniolo in casa Roma o Milinkovic per la Lazio. Entrambi prossimi al termine del contratto ma frenati da richieste altissime dei club e forse trattenuti anche dall’idea di svincolarsi. Il Napoli fatica a piazzare Koulibaly, anch’egli a un anno e ormai oltre i 30 ma
Parte del problema va ascritto al calo di competitività della Serie A: giocatori super valutati da noi (dove però mancano acquirenti capaci di pagare certe cifre) non sono poi così richiesti all’estero. Soprattutto dopo il caso Lukaku, il botto dell’estate scorsa (dall’Inter al Chelsea per 115 milioni) mattatore in Serie A ma relegato mestamente in panchina in Premier, da dove arrivano giocatori poco utilizzati ma subito fenomeni nel nostro campionato. C’è qualcosa che non torna, come non torna l’investimento che