Compagno di Nazionale ai Mondiali di Italia 90, Nando De Napoli ci ha giocato insieme a centrocampo con gli azzurri di Vicini e ha avuto poi Ancelotti come allenatore alla Reggiana. «Lo conosco bene, ho apprezzato subito le sue grandi qualità umane, il suo carattere mite, si faceva voler bene da tutti nello spogliatoio: dava consigli ai più giovani e lo faceva sempre con i modi giusti, non l’ho mai sentito richiamare qualcuno. E poi già in campo ragionava da allenatore».
Con il Napoli venne esonerato il secondo anno a dicembre: fu la decisione migliore oppure sarebbe potuta andare diversamente? «Mi dispiace molto per come andò quella sua esperienza: a Napoli non si riuscì a vedere il miglior Ancelotti, non riuscì a emergere tutto il suo valore».
Anche subito dopo con l’Everton in Premier League ha vissuto una stagione alterna, poi con il ritorno al Real Madrid è tornato a vincere: se l’aspettava? «Ha avuto la capacità di ricaricare le pile e di rimettersi in gioco: è tornato al Real Madrid nell’ambiente ideale per lui dove si trova benissimo ed è tornato a vincere».
Capacità di farsi volere bene dai calciatori, qualità tecnica e anche grande praticità: ha battuto così il Liverpool di Klopp? «Ha indovinato tutte le mosse, è stato capace di limitare il gioco di una grandissima squadra come il Liverpool: l’ha studiata bene insieme a tutto lo staff, bisogna fare i complimenti anche a suo figlio Davide. Sono stati davvero bravi a vincere. E poi ancora una volta ha fatto la differenza la grande esperienza internazionale di Carlo, questa se la porta dietro dai tempi delle vittorie con il Milan».
Questo suo aspetto riesce a incidere maggiormente in grandi squadra dalla mentalità vincente come il Real Madrid? «Secondo me il Real Madrid è l’ambiente ideale per uno come Carlo, quando vinci spesso sei più abituato alla tranquillità e alla serenità e cosi emergono tutte le sue qualità migliori».
R. Ventre Il Mattino