È necessario che il Napoli e Koulibaly facciano un reciproco sforzo per evitare lo strappo che rischia di incidere sulla prossima stagione. Già un anno fa Spalletti, mettendo piede a Castel Volturno, disse in maniera secca:
«Se vendono Kalidou mi incateno».
Dopo la prima stagione ha sottolineato il concetto con maggiore chiarezza, rimarcando la leadership in campo e nello spogliatoio del trentenne difensore che nel frattempo ha guidato il Senegal alla conquista della Coppa d’Africa, risvegliando l’interesse di titolati club europei, dalla Juve al Barcellona.
Le parti sono distanti nella trattativa per il rinnovo. Il 30 giugno 2023 scade l’impegno tra KK e De Laurentiis, siglato dopo un’estate travagliata – quella del 2016 – in cui si erano registrate lamentele del calciatore e dure prese di posizione del presidente, che arrivò a ipotizzare una causa per danni di immagine. KK è rimasto, con il contratto più alto tra i giocatori azzurri (6,5 milioni a stagione). La linea fissata dal presidente è nota da tempo: se non vogliamo leggerla come una politica lacrime e sangue, è certamente di assoluto rigore finanziario, con l’obiettivo – dichiarato già alla vigilia della stagione 2021-2022 – di ridurre il monte ingaggi del 30 per cento. De Laurentiis è affezionato a Koulibaly, ne conosce il valore umano e tecnico, e ci auguriamo che il rifiuto del difensore e del suo agente Ramadani di accettare un ingaggio spalmato negli anni rappresenti non la totale chiusura a un rinnovo ma l’inizio di una fase di riflessione sul contratto da parte di un calciatore che in otto anni ha saputo conquistare la considerazione degli allenatori, dei compagni, degli avversari di tutta Europa e – aspetto più importante, a quanto finora ci è sembrato – della tifoseria.
Auspicabile un punto di intesa, uno sforzo non solo sull’aspetto economico. Bisogna che il club e il campione si vengano incontro. Vorremmo che Koulibaly mettesse il rapporto con Napoli in cima ai vantaggi che gli darebbe il rinnovo per 5 anni. Questa è casa sua, questa è la città che lo ha accolto con affetto e che lo ha difeso con tutte le proprie forze quando ha subito violenze razziste negli altri stadi. I professionisti del calcio mettono gli interessi, soprattutto economici, davanti a tutto. È accaduto anche con Insigne, cuore napoletano che di fronte a un’offerta di 11 milioni a stagione non si è ovviamente tirato indietro, rendendo impossibile l’apertura di qualsiasi confronto con il Napoli. Koulibaly e la società che otto anni fa lo ha sottratto al grigiore del campionato belga possono scrivere una storia diversa in questo mondo dove prevale la sola ragione del business. Proprio Kalidou, in una recente intervista a un magazine francese, aveva dichiarato: «De Laurentiis ascolta i tifosi: se non vogliono che un giocatore se ne vada, lui non lo vende». E non c’è bisogno di sondaggi per conoscere l’orientamento dei napoletani su Koulibaly.