La prima crepa del rapporto è legata a Juventus-Napoli e alla sconfitta a tavolino che in primo e secondo grado venne decretata al Napoli nell’ottobre del 2020. Aurelio De Laurentiis si sentì offeso dal deferimento per la violazione del protocollo sanitario, dalle sentenze e dalla parole usate dai giudici nei verdetti. Ma la scelta della Figc (e della Juventus) di non costituirsi al cospetto del Collegio di Garanzia del Coni (che ribaltò i due provvedimenti) aiutò a rinviare lo scontro. Il motivo scatenante la scelta della Federcalcio di vietare le multiproprietà, introducendo l’obbligo di cedere uno dei club di famiglia entro il 2024, a prescindere dalla serie di appartenenza. Ecco, secondo De Laurentiis una norma incostituzionale: perché nel 2018, quando fu acquistato il Bari, superando la concorrenza di altre 10 proposte, in un contesto in cui vigeva la famosa deroga, le regole erano diverse e le multiproprietà erano legali. Non è giusto – secondo i De Laurentiis – cambiarle in corsa. Quello delle multiproprietà è la madre delle battaglie sul campo. Che poi si sono portate dietro tutte le altre: come la scelta del presidente della Lega Calcio, Casini, sostenuto fin dal primo giorno proprio da De Laurentiis e Lotito ed eletto per appena un voto (11 contro 9). Attorno all’elezione del presidente della Lega, il vero nodo degli ultimi anni: i fondi di investimento. Che i club alleati di De Laurentiis (e quindi ora con Casini) non vogliono che facciano il proprio ingresso in serie A. Missione compiuta, fino ad ora. E infatti, fin dall’inizio la linea di Casini è stata di smarcatura rispetto al passato: per esempio sul famoso indice di liquidità fissato a 0,5 e diventato ammissivo per l’iscrizione già dal prossimo campionato da parte della Figc (il Napoli sarebbe uno dei pochi club a potersi regolarmente iscrivere). La Lega, tramite i propri legali Vaccarella, Mattarella e Presutti, ha però notificato il ricorso al Tribunale Federale Nazionale, al Collegio di Garanzia e al Tar del Lazio il provvedimento contro il manuale di licenze nazionali. Uno scontro istituzionale tra i più eclatanti degli ultimi tempi. Insomma, c’eravamo tanto amati…Fonte: Il Mattino