Centrocampo al giudizio de Il Mattino:
Anguissa 7,5
Uno degli uomini cardine nei due mesi in cui il Napoli è andato come un treno. Settembre e ottobre a livelli stratosferici: era uno scarto del Fulham, ha mostrato quella fisicità che gli consente di stringere il campo agli avversari per far ripartire il Napoli. Quasi intoccabile in una squadra che vuol diventare sempre più verticale, nonostante qualche passaggio a vuoto pesante come contro l’Empoli.
Lobotka 7,5
Clamoroso step in avanti dopo i mesi bui trascorsi con Gattuso a causa dei tanti problemi fisici. La rivelazione della stagione: play evoluto che gioca lungo, corto e sa quando andare palla al piede. Giocatore di spessore che sarà perno della prossima stagione, con un’ottima fase difensiva. E contro il Genoa, dopo sette anni, è tornato persino a segnare. Uno dei pezzi a cui Spalletti non vuole rinunciare. Ha trovato sempre il filo di Arianna in ogni labirinto.
Demme 6
Non ha mai fatto mancare un apporto di corsa e cavalli. Non ha quella fisicità che immagina Spalletti per la sua mediana né i tempi di gioco di Lobotka: finisce ai margini ma non merita un’insufficienza per le prestazioni anche se il tunnel di Baselli nell’azione che porta al gol di Pereiro in Cagliari-Napoli resta una ferita e contro il Barça va in balia delle onde. Condizionato dall’infortunio rimediato in pieno luglio a Dimaro.
Fabian 6
Sufficiente. E basta. Perché troppe volte e quasi sempre nei giorni in cui poteva essere scritta la storia, si è dato alla macchia. Morbido e inguardabile con la Fiorentina e a Empoli, per esempio. Una sua magia regala i tre punti con la Lazio. Si adatta al centrocampo a due con buona personalità: diverse gare risolte col tiro da fuori. Manca, però, nel miglio decisivo: non riesce ad esser l’uomo che illumina quando serviva.
Zielinski 6
Lo spartiacque, il Covid a dicembre. Il gol al Barcellona al Camp Nou l’ultimo illusorio raggio di sole. Poi l’oblio improvviso, inatteso. Una eclissi totale nel momento chiave. Certo, al giro di boa sparisce di scena e Spalletti dopo avergli dato fiducia incondizionata, dalla trasferta di Verona lo relega in panchina e lì lo accantona. Monumentale nella prima parte (col Milan gigantesco a San Siro incantò) ma non si vive di ricordi.
Elmas 6
Il colpo di testa a San Siro con il Milan è oro colato. La sua doppietta al Leicester è determinante per il superare il turno in Europa. Il dodicesimo uomo di Spalletti, una sorta di tappabuchi tra centrocampo e trequarti. Il macedone copre tutti i ruoli richiesti con diligenza, ma senza trovarne uno dove spicchi per continuità. Funzionale nelle rotazioni, quando gioca dal primo minuto come nel 4-1 con la Salernitana incanta. Tratto da Il Mattino