Spalletti “testa” la napoletanità: non ne aveva bisogno, ma vince

Qualcuno voleva la riprova che avesse Partenope dentro. E Luciano Spalletti ha risposto presente. Sotto il sole di queste mattine di maggio, se ne è andato in giro da solo per Spaccanapoli, San Gregorio Armeno, i Quartieri spagnoli, fino al murale di Maradona, a via Emanuele De Deo, incrociando tutta l’anima popolare della città. La prima vera boccata di aria napoletana. Ieri ha apportato una deviazione alla sua solita passeggiata. Perché deve fare comunque un certo effetto essere una statuina da presepe. «Sono pazzo per il presepe, sono un vero amante di questa tradizione a cui non rinuncio mai». E allora eccolo lì, ai piedi di Partenope: dopo la serata trascorsa con De Laurentiis, Insigne e Koulibaly al teatro Augusteo dove il patron ha ospitato tutti per il concerto di Gianna Nannini, la cantante senese con cui De Laurentiis ha lavorato in Manuale d’Amore. Il giro si è concluso al cospetto del murale di Maradona, quello realizzato nel 1990 nei Quartieri spagnoli. E dove tutti vanno per omaggiare la stella argentina. Davanti all’immagine di Diego, Spalletti è rimasto a lungo immobile. Al primo test di napoletanità è stato promosso. Se deve scegliere l’allenatore in base a questo, De Laurentiis può dormire sonni tranquilli.
Il Mattino
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