Marisa Laurito: “Occorre il terzo scudetto, anche come spinta alla città”

Marisa Laurito, direttore artistico del teatro Trianon, dove il 25 novembre 2021 ci fu una serata in omaggio a Maradona, era anche lei al San Paolo il 10 maggio 1987, il giorno del primo scudetto festeggiato dopo il pareggio per 1-1 degli azzurri contro la Fiorentina. «Ho un ricordo bellissimo di quella giornata, una cosa meravigliosa, eravamo tutti felici: i tifosi mi presero in braccio e mi fecero fare il giro di campo, dagli spalti lanciavano garofani azzurri, tutta la città era colorata d’azzurro. Ma è ora che ne arrivi un altro di scudetto e che si possa festeggiare il terzo».
Magari già l’anno prossimo? «Certo, speriamo che i napoletani possano vivere di nuovo questa grande emozione. Quest’anno ci siamo andati vicini, è mancato davvero poco, la squadra è calata in qualche partita e aggiungiamoci anche un pizzico di sfortuna».
Nell’anno del primo scudetto si creò una grande simbiosi tra Napoli e il Napoli, l’avverte anche adesso? «Lo scudetto diede una grande spinta, l’orgoglio di essere napoletani e di avere in squadra un campione come Maradona. E i tifosi e la città diedero una grande spinta alla squadra: questa c’è ancora e ci sarà sempre, la passione è immutata, io sotto quest’aspetto vedo sempre la stessa compattezza. L’entusiasmo per la squadra azzurra è sempre lo stesso, chiaramente esploderebbe se arrivasse il terzo scudetto».
Quello scudetto del 1987 diede uno slancio alla città anche in altri campi: potrà essere così anche stavolta? «La vittoria di uno scudetto, il trionfo di una squadra di calcio dà sempre uno slancio positivo a una città: lo diede allora e lo darebbe anche ora».
I 50mila al Maradona domenica scorsa per l’addio di Insigne: è la base dalla quale ripartire l’anno prossimo? «È stato il giusto tributo a Lorenzo, un calciatore napoletano che è stato tanto tempo in maglia azzurra e ha dato sempre tutto in campo, uno spettacolo bellissimo il saluto a Insigne, lo stadio è sempre dalla parte dei calciatori. C’è sempre questa grande simbiosi tra la città e gli azzurri, penso ad esempio a Mertens che ha fatto nascere sua figlio Ciro a Napoli».
Cosa servirà ancora per fare l’altro passo verso lo scudetto? «La base c’è, la squadra è forte, mi è piaciuta quest’anno e ha raggiunto la Champions che è un obiettivo importante. Ora andranno fatti i movimenti giusti per sostituire quelli che andranno via come Insigne e per poter migliorare ancora la squadra».
Spalletti al primo anno ha conquistato la Champions: l’allenatore ieri ha fatto un giro nel centro storico della città. «E ha sicuramente percepito l’affetto dei napoletani, su questo non ci piove, rappresenta una garanzia. Spalletti ha fatto bene al primo anno a Napoli, a me la squadra piaceva per come giocava, peccato per qualche partita in cui non è riuscita ad esprimersi al meglio. La passione dei napoletani è sempre un propulsore importante per il Napoli».
Lo scudetto andrà a Milano, se lo giocano all’ultima partita Milan e Inter: i rossoneri sono avanti di due punti e super favoriti, come finirà? «Sinceramente non cambia molto, non m’interessa. Avrei voluto che lo vincesse il Napoli, peccato, ci è andato vicino. Ma ora bisogna riprovarci l’anno prossimo. Non c’è due senza tre, speriamo davvero che arrivi il terzo scudetto».
Il Mattino
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