Basta un gol di Fabian per battere il Torino e archiviare la pratica granata. Ma il Napoli di Spalletti ci mette un tempo e qualcosa in più per prendersi i tre punti. Nella prima ora, infatti, la squadra era sembrata moscia e senza elettricità. Poi basta un guizzo dello spagnolo per riportare il sorriso dopo che sembrava che il rigore sbagliato da Insigne potesse rovinare il pomeriggio del Napoli. Brillano in pochi: il solito generoso Osimhen che manda ai matti Bremer (uno dei migliori difensori del campionato), e la coppia di mediani: Fabian segna e dirige le operazioni, mentre Anguissa si conferma diga in mezzo al campo. Buone notizie anche da Zielinski che nella ripresa entra e si mette in mostra con qualche buon guizzo.
Se il Napoli ritorna a vincere una partita senza subire gol dopo 3 mesi è merito del portiere colombiano che chiude la porta con un intervento strepitoso sul colpo di testa di Belotti nel primo tempo. Come una molla si abbassa e si tuffa nell’angolino per disinnescare la potenziale minaccia.
DI LORENZO 6
Con o senza di lui è tutto un altro Napoli. Anche se dalle sue parti pericoli non se ne corrono, però lui è lì che presidia la zona con l’esperienza che gli compete. Nella ripresa spinge con continuità, soprattutto con l’ingresso di Politano i pericoli aumentano per la difesa del Torino.
RRAHMANI 6
Belotti è un cliente scomodo, ma con Koulibaly si mette in fretta sulle tracce dell’attaccante e gli toglie il fiato. Nessun intervento da standing ovation, ma sempre la giusta sicurezza al reparto. Buone anche le uscite palla al piede e il contributo nella costruzione dal basso della squadra.
Come il più amato dei supereroi, quando è il momento di intervenire, si manifesta. Ospina chiude la porta, ma Koulibaly alza il muro. Ogni volta che il Torino prova ad affondare, arriva Kalidou che si para davanti e spazza via ogni pericolo. Averlo avuto a questi livelli per tutta la stagione sarebbe stata un’altra cosa.
MARIO RUI 6
Meno spinta del solito, anche perché dalle sue parti si aggira Singo che quando viaggia a tutta forza non è mai un piacere. Il portoghese lo tiene a bada senza problemi e all’occorrenza si presenta anche nella metà campo avversaria per aiutare Insigne ad affondare.
ANGUISSA 6,5
Il poliziotto cattivo del centrocampo del Napoli che al controllo passaporti non ti fa passare nemmeno se hai santi in paradiso. Lo capiscono in fretta i mediani del Torino che vanno sistematicamente a sbattere sul torace e sulle gambe del totem azzurro.
Al minuto 73’ di Torino-Napoli si toglie la maglia azzurra per indossare la giacca rossa di Arsenio Lupin. A quel punto va a borseggiare il pallone dai piedi dello sciagurato Pobega e conclude la serpentina verso la porta di Berisha. Gol che vale: game, set and match.
LOZANO 6
Si sbatte come un forsennato lì sulla fascia destra. A volte gli capita anche di incrociare le sue tracce con quelle di Insigne sulla corsia opposta, e se il capitano azzurro gli recapitasse il pallone buono a metà ripresa, avrebbe anche l’occasione per centrare la porta oramai sguarnita.
MERTENS 6
Psichedelico. Si accende a intermittenza e il Napoli viaggia sul ritmo delle sue giocate. Nel primo tempo sfiora il gol su punizione; nella ripresa capisce che deve seguire Osimhen in area, raccoglie il suo colpo di tacco e si fa atterrare da Izzo conquistandosi un calcio di rigore.
INSIGNE 5
Due errori che inevitabilmente macchiano una prestazione che non sarebbe del tutto da buttare. Sbaglia il suo quarto rigore stagionale facendosi ipnotizzare da Berisha, e poi si appisola a due passi dal portiere granata, invece di servire Lozano solo soletto che aspetta il pallone a due passi dalla porta.
OSIMHEN 6,5
Ingaggia con Bremer un duello tutto fisico e velocità. Alla lunga la spunta lui, per di più con la giocata decisiva che consente a Mertens di procurarsi il rigore. Ma a fine partita sarà certamente andato da Giuntoli per dare «consigli per gli acquisti»: perché raramente un centrale lo ha fatto soffrire come Bremer.
POLITANO 6
Ha voglia e si vede. Una volta entrato va sempre alla ricerca del pallone. Anche in fase difensiva è decisivo e quando c’è da dare una mano non si tira mai indietro, anzi. Generoso nella metà campo azzurra, pericoloso in quella granata, prezioso nel complesso. Si gioca bene le sue carte.
ZIELINSKI 6
Finalmente Zielu. Questa volta il suo ingresso non si rivela un boomerang per il Napoli, anzi. Trotterella con decisione tra le linee e quando ha la palla tra i piedi raramente la spreca. Si mette in mostra anche per un paio di contrasti vinti: novità importante per il suo repertorio apparso spesso troppo leggerino.
ELMAS s.v.
Dentro per Insigne, si piazza sulla sinstra e si limita a fare il compitino. Nessuna sgasata delle sue, né serpentine che possano creare difficoltà alla difesa granata. Aiuta Mario Rui nelle coperture difensive e all’occorrenza si traveste da mediano aggiunto per rinforzare il centrocampo.
LOBOTKA s.v.
Il metronomo che serve a dettare i tempi nel finale quando il Napoli deve tenere il risultato e portare a casa la partita. Passaggi brevi e palloni destinati puntualmente a disposizione. Una buona notizia in più per Spalletti in vista di questo finale di stagione con vista sul futuro.
PETAGNA s.v.
Qualche minuto nel finale, soprattutto per far prendere ossigeno a Osimhen oramai stremato. Ma la generosità dell’attaccante italiano si manifesta in ogni occasione. Difende un paio di buoni palloni e con la sua fisicità è utile a tenere alta la pressione sulla difesa granata.
SPALLETTI 6,5
Non si lascia contagiare dall’entusiasmo conseguente dal set tennistico vinto contro il Sassuolo e ripresenta una squadra corta e concentrata. Nessun esperimento, ma spazio alla sostanza e alla disciplina. Il suo Napoli sa aspettare il momento giusto per colpire e nella ripresa fa venire fuori la maggiore qualità di gioco e di palleggio. Prosegue con il tandem Mertens-Osimhen.
B. Majorano (Il Mattino)