Patrizio Oliva, campiona napoletano di pugilato, tifoso del Napoli da sempre, ha parlato a Il Mattino, in una lunga intervista, in cui sottolinea, quali, secondo lui, possono essere state le cause del mancato arrivo allo scudetto, nonostante una squadra forte come forse mai stato prima.
Prevale l’amarezza per lo scudetto mancato o per la conquista del posto in Champions League?
«Da sportivo ho sempre pensato ad ambire al meglio e per me il Napoli quest’anno era la squadra più forte del campionato».
«Da sportivo ho sempre pensato ad ambire al meglio e per me il Napoli quest’anno era la squadra più forte del campionato».
Lei cosa si aspettava?
«Nello sport, come nella vita, dobbiamo sempre aspirare al meglio e quindi quest’anno e con questa squadra bisogna provare ad andare oltre. La vita è come l’asticella del salto in alto: dobbiamo sempre provare a superare il limite».
«Nello sport, come nella vita, dobbiamo sempre aspirare al meglio e quindi quest’anno e con questa squadra bisogna provare ad andare oltre. La vita è come l’asticella del salto in alto: dobbiamo sempre provare a superare il limite».
Le è capitato in carriera di vivere situazioni del genere?
«Certo».
«Certo».
Ci dica di più…
«Ricordo perfettamente che dopo aver vinto un titolo, di ogni genere, avevo ancora più voglia di lottare. Di difendere il titolo vinto, ma anche di mettermi alla prova nelle categorie superiori per testare le mie qualità anche in contesti che potevano apparire impossibile. Non c’è niente da fare: io sono sempre stato così, ho sempre avuto questa tendenza. Volevo migliorare, sempre, se non riuscivo mai a sentirmi realmente appagato dei miei risultati. E mi spiace che il mio Napoli non abbia vissuto questa stessa sensazione e non abbia avuto questa stessa spinta».
«Ricordo perfettamente che dopo aver vinto un titolo, di ogni genere, avevo ancora più voglia di lottare. Di difendere il titolo vinto, ma anche di mettermi alla prova nelle categorie superiori per testare le mie qualità anche in contesti che potevano apparire impossibile. Non c’è niente da fare: io sono sempre stato così, ho sempre avuto questa tendenza. Volevo migliorare, sempre, se non riuscivo mai a sentirmi realmente appagato dei miei risultati. E mi spiace che il mio Napoli non abbia vissuto questa stessa sensazione e non abbia avuto questa stessa spinta».