“Se in quattro anni l’allestimento di un nobile dualismo tra Meret e Ospina è divenuto soltanto un lodevole tentativo futurista, prima di intrufolarsi nell’anno che verrà forse diventa prioritaria l’esigenza di chiudersi alle spalle la porta del dualismo e scegliere: investire ancora e brutalmente sul talento di quel venticinquenne, togliendogli l’ansia di un concorrente autorevole di dosso, oppure consegnarsi a un interprete moderno, un centrale difensivo aggiunto che sappia partecipare al gioco con i piedi, rinunciando ad aspettare che quel gioiellino brilli di suo.”