Baiano a “ZONA CACCIA”: “Con Mertens Spalletti non ha mai sbagliato. Il belga da confermare”

Zemanlandia è stato il suo trampolino di lancio dopo il battesimo calcistico con Maradona, poi la Nazionale, la Fiorentina di Batistuta e la Premier League. 165 gol in carriera ed oggi la panchina da mister. Francesco Baiano è intervenuto ai microfoni di “Zona Caccia”, programma condotto da Alberto Caccia.

A tre giornate alla fine tiriamo un po’ le somme: è un campionato di Serie A più bello o più mediocre rispetto ai precedenti?Un campionato più competitivo. Guardando a ciò che è accaduto in passato, quest’anno c’è stata davvero tanta lotta con più squadre che potevano ambire a qualcosa di importante. Quella che sta per finire è stata una stagione molto interessante e per lo Scudetto non è detta l’ultima parola. Il Milan è davanti ma deve stare molto attento, l’Inter non molla di sicuro.

Milan e Inter per lo Scudetto. Il Napoli sembrava davvero potesse dire la sua, poi è mancato sul più bello.Bisogna sempre valutare tutto, l’obiettivo stagionale dichiarato degli azzurri era la zona Champions ed è stata centrata con ben tre giornate di anticipo. Mi metto però nei panni del tifoso che ha sperato di poter vincere lo Scudetto, fino a tre settimane fa sembrava la squadra favorita. Peccato, ma il Napoli ha fatto comunque un campionato davvero importante.

Cosa passa fra i 9 minuti di black-out a Empoli e i 6 gol al Sassuolo?Domanda giusta ma difficile, bisognerebbe stare dentro lo spogliatoio per dare un giudizio logico. Possiamo dire ciò che vogliamo, ma se non sei dentro l’ambiente e non hai vissuto in quei momenti non avrai mai la risposta. A Empoli la gara era oramai vinta e poi in 9 minuti si è rovesciato tutto, col Sassuolo invece dopo 20 minuti si era già sul 4-0. Le partite vanno analizzate nel complesso di tutto, non tirerei una linea di analisi così netta.

Mertens è arrivato in doppia cifra, nonostante un campionato da non titolare.Il calciatore c’è sempre stato, non si discute, il suo curriculum parla da sé. Il fatto è che Spalletti aveva inizialmente ottimizzato il tutto col 4-2-3-1 e col 4-3-3, e nelle gerarchie iniziali non era presente, poi è anche vero che il calciatore si è fatto trovare pronto al momento opportuno. Dobbiamo anche dire che fino a 2 settimane fa il Napoli lottava per vincere il campionato, e Mertens in molte gare non aveva giocato, non me la sento di dire che Spalletti ha sbagliato.

Confermerebbe il belga per la prossima annata, anche in vista dell’addio di Lorenzo Insigne?Sicuramente. Al di là della scelta di Lorenzo di non rinnovare col Napoli e andare in Canada, Mertens l’avrei comunque confermato perché resta un calciatore determinante sotto ogni aspetto.

Parliamo di Serie C. Il Foggia del suo mentore Zeman sarà ospite dell’Avellino nel prossimo turno di play-off. Che match sarà?Mi aspetto una gara difficile per entrambe le squadre. L’Avellino ha un organico più esperto e più abituato a questo tipo di partite, come dimostra il percorso dell’anno scorso, ma il Foggia sta davvero bene fisicamente. Ieri con la Turris ha rischiato di andare sotto ma non ha mollato, ha ben retto i primi 45 minuti e poi nel secondo tempo ha colpito due volte e vinto la gara.

Che Foggia arriverà in casa dell’Avellino?C’è da considerare che in questo periodo le squadre di Zeman hanno storicamente una marcia in più dal punto di vista fisico, e lo so bene, per questo o le metti sotto fin da subito cercando di sbloccare la partita il prima possibile oppure si può andare in difficoltà. Con gare in bilico fino alla fine questo Foggia diventa molto pericoloso e si può rischiare.

Per lei che ha disputato i play-off da calciatore, sfiorando il miracolo-B con la Sangiovannese, qual è il segreto per affrontarli al meglio?Quando si arriva ai play-off, dopo una stagione intera logorante, conta prima di tutto la condizione fisica. In questo periodo inizia il caldo e le squadre che non stanno bene atleticamente pagano sicuramente dazio. Altresì non è da sottovalutare la situazione mentale con la quale si arriva: influisce quasi alla pari.

L’Avellino entra in scena prima delle previsioni in questi playoff, dopo aver lasciato anche il terzo posto all’ultimo turno. Ciò sembra aver raffreddato un po’ gli entusiasmi.L’Avellino, al netto di tutto, usufruirà di un doppio vantaggio: giocare nel proprio stadio davanti ai propri tifosi e avere due risultati su tre in una gara unica. Non è affatto una cosa banale e soprattutto è un qualcosa comunque di guadagnato sul campo durante l’annata. La squadra deve partire principalmente da questo per affrontare al meglio questa fase.  

Il Baiano calciatore ha indossato fra il 1989 e il 1992 le maglie di Avellino e Foggia. Che ricordi ha di quegli anni?Sono due esperienze che mi hanno insegnato tanto alla stessa maniera, nonostante un’annata sportiva negativa in Irpinia e due anni molto positivi in Puglia. Ad Avellino però, nonostante le difficoltà, ho imparato tanto, e poi è normale in una carriera di un calciatore avere anche qualche annata no. Ciononostante ho un ricordo molto bello di Avellino, anche se le cose non sono andate per il verso giusto rispetto alle premesse iniziali.Viceversa a Foggia sono arrivato ed abbiamo ottenuto subito la promozione in Serie A ed ho vinto il titolo di capocannoniere, l’anno dopo abbiamo sfiorato da neopromossa la qualificazione in Coppa Uefa e sono stato il primo bomber italiano in classifica marcatori.

Uff. Stampa Alberto Caccia

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