“Il Mattino” vota il Napoli: “Il centrocampo si riscatta, i piccoletti stelle del firmamento azzurro”

O sole mio, suonano al Maradona prima dell’ingresso in campo. 4-0 dopo 20’ e 11 secondi. Che rispostona. E’ stata la mano di De Laurentiis, verrebbe da dire scomodando Paolo Sorrentino. Sarà pure l’effetto del presidente: in realtà la squadra appare resuscitata dopo il diluvio che si è abbattuto pochi giorni fa. Corrono tutti e dall’inizio alla fine, senza sosta. Corrono quei due là nel mezzo, troppo spesso tori bolsi là nel mezzo. Non corre a vuoto e si sbatte il petto di meno Osimhen, non sonnecchia Rrhamani. C’è anche da fare i conti con il ritorno di Di Lorenzo: sarà pure orwelliano, ma ci sono titolari e titolari. E forse lui è più titolare di molti altri. Certo con lui dietro non c’è mai neppure uno spiffero.

OSPINA 6
Partite come queste consigliano di presentarsi con un cappellino e con una bella crema protettiva per evitare ustioni sulla pelle. Neppure un tiro nello specchio per quasi un’ora. Poi qualcosa si muove al 59’ col tiro debole di Frattesi. Para su Berardi, poi pare andare a spasso per l’area sul gol di Lopez ma non è così.

DI LORENZO 7
Djuricic sparisce come se fosse un pulcino capitato per disattenzione vicino al lupo cattivo. Poi fanno la stessa fine, ovvero vengono sbranati tutti quelli che il destino porta dalla sua parte, ovvero i vari Henrique e persino Raspadori. Dilaniati. Rientra dopo un mese. 

RRAHMANI 6
Recupera più volte su Scamacca che capisce subito che non è aria: da un certo momento in poi, visto che va praticamente a vuoto, il gioellino del Sassuolo si eclissa. Defrel si agita giusto un po’ di più, ma anche lui sbatte contro un muro. Talmente non ha impegni in difesa che trova pure il tempo il gol.

KOULIBALY 7
Non deve neppure staccare da terra per segnare il gol. Sceglie il momento giusto (in tutti i sensi) per la sua terza rete stagionale poi per il resto è un gioco al massacro con Berardi che prova in ogni modo di aprirsi spazi ma capisce immediatamente che non è cosa

RUI 6,5
Ma sì, sbaglia una conclusione da buona posizione. Ma la sua è una gara sempre accorta, guardando a vista Berardi che parte larghissimo a sinistra e che lui segue puntualmente non lasciandoselo mai svignare alla spalle. Nonostante qualche volta ci provi…

ANGUISSA 6,5
Maxime Lopez e Raspadori sono la spina centrale degli emiliani. Con Mertens deve lavorare sodo per schermarlo. Un buco che il camerunse ha coperto correndo a destra e sinistra. Camminava a Empoli ma ieri pomeriggio ringhiava persino sul 4-0 e correva come un dannato anche quando la partita era chiusa. 

FABIAN 6,5
C’è vita su Marte. Sì, troppo opaco negli ultimi tempi, ieri si è ritrovato a fare il regista, godendo di una libertà che forse neppure negli allenamenti di Castel Volturno ha goduto in questa maniera. Ma complice Frattesi in ombra, o magari è merito suo, trova una prova di mini-riscatto con uno scatto per il quinto gol che non si vedeva da tempo

 LOZANO 6,5
Rogerio è un bell’osso duro sulla carta. Ma il messicano recupera e mette sotto pressione chiunque bazzicchi dalla sua parte. Durante i venti minuti da record è brillante nella corsa e nella rincorsa. Taglia nella maniera giusta e fa un gol che si merita anche perché nel buio di Empoli è stato tra i pochi a salvarsi.

MERTENS 7,5
Iradiddio. Troppo altruista al 10’: meglio tirare in porta. La palla che strappa a Maxime Lopez è qualcosa di strepitoso. Come il primo gol che realizza l’imperatore del gol. E pure il secondo non è così banale. Combatte come un gladiatore fin dal primo secondo, dà segnali di ogni tipo al resto della squadra. E quelli del Sassuolo sono gracili come il famoso tonno del grissino. 

INSIGNE 7
L’anima del riscatto. Con due assist su calcio d’angolo. C’è tutta la voglia di riprendesi dai ceffoni di sette giorni fa nella prova del capitano che duella con Muldur e lo lascia di sasso ogni volta che può. Non cerca il gol, insegue anche Frattesi se è il caso. Spirito di granito. 

OSIMHEN 7
112 secondi e prende il palo in pieno dopo aver bruciato Chiriches. Ferrari boccheggia inseguendolo ovunque e lui si fa seguire ovunque. E’ sempre solo contro tutti, ma stavolta non va a vuoto. Ed è pure assai complice degli altri. Ayhan fa meglio solo perché la spinta azzurra cala nella ripresa

DEMME s.v.
Lì al centro. Col suo piccolo passo che tante volte è stato invocato in queste settimane. Il perché sia finito così nelle retrovie delle scelte di Spalletti è un piccola rebus che magari ha pure qualche facile soluzione. Un quarto d’oro alla Demme, ovvero senza mai perdere una palla

ELMAS s.v.
Va in pressing costante su Magnanelli, si piazza a supporto di Mertens e continua a raddoppiare sul portatore di palla senza pietà, perché Spalletti è evidente che ha ordinato di non alzare il piede dall’acceleratore. 

POLITANO s.v.
Uno dei due ex del match (l’altro è Chiriches) ha più di una palla per mettersi in mostra: è anche lui pieno di voglia di dimostrare di avere energie da vendere. Rogerio dal suo lato prova a spingere ma non lascia alcun varco all’esterno.

ZANOLI s.v.
Non facile essere il vice di Di Lorenzo, non deve essere un ruolo semplice nella vita. Neppure se a 21 anni te ne dovrebbe davvero fregare di ogni cosa. Pulito, ordinato in ogni cosa che è chiamato a fare. Ma davvero nel secondo tempo la gara sembra una partitella da primo maggio. 

GHOULAM s.v.
Corrono tutti da lui quando arriva il primo gol, quello di Koulibaly, che sembra quasi l’uscita dal tunnel. Entra a nove minuti dalla fine e si piazza al posto che gli piace. Non impeccabile, perché Muldur gli scappa via creando il primo rischio di tutta la gara. Ma cosa pretendere?

P. Taormina (Il Mattino)

 

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