Mino Raiola è ricoverato in condizioni gravissime presso l’ospedale San Raffaele di Milano. Ma è vivo. E sta lottando come un leone nonostante il momento sia difficile, quasi disperato, ormai da alcuni giorni. Tanto che nella tarda mattinata di ieri era di nuovo rimbalzata la voce della sua presunta morte, diventata via via virale e rilanciata da molti dei principali media in ogni parte del mondo, fino alla smentita diffusa da Alberto Zangrillo. Il primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione del San Raffaele, poco dopo le 14, attraverso il suo profilo Twitter: «Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo», il suo post a proposito delle condizioni di Raiola. Che sempre via social ha visto il suo pensiero espresso a parole dalla famiglia e dal team che ne cura la comunicazione: «Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato. Per la seconda volta in quattro mesi mi uccidono. Sembrano anche in grado di risuscitarmi», le parole pubblicate sui profili social ufficiali di Mino, al centro di false voci sulla sua presunta morte anche lo scorso gennaio.
TUTTI CON MINO. In estrema sintesi, Raiola è vivo e sta combattendo. Lo farà fino alla fine, è forse quello il messaggio che ha voluto lanciare Enzo Raiola pubblicando un breve video su Instagram realizzato all’interno della Continassa. Lui stava entrando nella sede bianconera e non a caso ha inquadrato il motto della Juve su un muro interno: qui l’incontro anche con Pavel Nedved, storico amico e non solo assistito di Raiola, che oggi nel club bianconero cura gli interessi di Moise Kean, Matthijs de Ligt e Luca Pellegrini. Di Mino aveva parlato anche Beppe Marotta a margine dell’evento de Il Foglio a San Siro: «Spero possa stare bene, a lui mi lega un rapporto di amicizia basato anche su diversi scontri avuti. Lo conosco da quarant’anni. È un agente preparato, scaltro e furbo. Dice in faccia quello che pensa. È stato un pioniere. Ho gestito con lui operazioni, come ad esempio quella di Pogba, una trattativa importante sia nel portarlo alla Juve a parametro zero che nel venderlo a 110 milioni. È il suo e il mio fiore all’occhiello».
QUANTI CAMPIONI. Nel pomeriggio è andato invece Zlatan Ibrahimovic a recar visita a Mino all’ospedale San Raffaele. Pure il fuoriclasse svedese è legato al superagente da un rapporto d’amicizia sincera e non solo di lavoro. «Ti voglio bene, stay strong Mino», così invece Mario Balotelli ha espresso vicinanza a Raiola all’interno di un messaggio carico di rabbia per la notizia diffusa sulla sua morte. In rispettoso silenzio social invece praticamente tutti gli altri suoi assistiti, la sua agenzia nel corso degli anni Duemila è diventata una di quelle di riferimento sull’intero panorama internazionale, attualmente le stelle più lucenti sono forse quelle degli stessi Ibrahimovic, Pogba e De Ligt, ma anche di Gigio Donnarumma, Marco Verratti ed Erling Braut Haaland. Proprio il trasferimento, ormai imminente, del centravanti norvegese dal Borussia Dortmund al Manchester City è forse solo l’ultima grande trattativa (insieme a quelle della coppia Mazraoui-Gravenberch dall’Ajax al Bayern) orchestrata da Raiola nella sua incredibile carriera di procuratore e intermediario. Ha cominciato da cameriere per poi cambiare radicalmente le regole del calciomercato, con modi e dichiarazioni che non sempre saranno piaciuti ai club, ma garantendo ai propri assistiti sempre le migliori condizioni tecniche ed economiche possibili. E ora son tutti con lui.
N. Balice (CdS)
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