Alle dieci, proprio mentre Spalletti e i calciatori stavano per scendere in campo, De Laurentiis si è presentato a Castel Volturno, ha salutato con il sorriso dei momenti idilliaci, ha lasciato le proprie contorsioni della domenica su una panca, ed ha provveduto a spargere normalità intorno a sé e dentro un gruppo di uomini disorientato almeno quanto lui, per aver buttato via non solo una partita ma persino un sogno. «Bisogna rimanere tranquilli e riuscire a raccogliere almeno questi cinque punti che ci mancano per la aritmetica certezza della Champions. E comunque sarebbe bello riuscire a chiudere in bellezza il campionato». Perché non rimanga semplicemente un velo d’amarezza, dentro una stagione nella quale è esistita una rifondazione: dalle macerie del 23 maggio, con una città avvolta nei suoi veleni, è riemersa per lunghissimi tratti la consistenza tecnica di un gruppo che Spalletti ha riequilibrato ed abbellito. Poi, ci sono scappati gli incidenti di percorso, gli accidenti del destino e gli errori umani e anche grossolani che hanno prodotto una forbice dalle milanesi e consentito alla Juventus di farsi sentire alle spalle: il terzo posto, che assicura pure una dignità calcistica non irrilevante, è l’opzione principale, insieme al passaporto da regalarsi per potersi accomodare al tavolo delle Grandi e banchettare con loro.
Fonte: A. Giordano (Cds)