In due giorni di contorsioni tecniche e verbali (e anche verbose), girellando alla ricerca di un albergo che consentisse di starsene in ritiro (permanente, eh), il Napoli ha riscoperto il senso acuto del disagio e anche quello della paura, ha temuto di poter (dover?) fronteggiare il pericolo di un ennesimo ammutinamento ed ha sposato la linea-Spalletti, che Adl ha condiviso nel corso di una lunga telefonata, servita per confrontarsi e per rimuovere quell’aut aut divenuto il terreno di uno scontro senza un domani. Ma il Napoli ha ancora la qualificazione in Champions League da conquistare e quei cinquanta milioni di euro, una sorta di minimo garantito, rappresentano ossigeno per una società che deve autofinanziarsi e può farlo attraverso il mercato che verrà e con i contributi a pioggia che arrivano dal palcoscenico più luccicante, dal quale è stato ricacciato fuori dagli errori complessivi dell’ultimo biennio.
Fonte: A. Giordano (CdS)