Bruscolotti: “Quando le cose non vanno bene la prima cosa è il confronto”

Peppe Bruscolotti, sedici anni in maglia azzurra, una bandiera: la gioia indimenticabile dello scudetto nel 1987, due coppe Italia, tante altre vittorie ma anche sconfitte e momenti brutti e difficili come questo che sta vivendo il Napoli di Spalletti.

Come si viene fuori da queste situazioni? «Quando le cose non vanno bene la prima cosa è il confronto, dirsi le cose in faccia, chiarirsi, ognuno deve esprimere il suo parere. In questi momenti è molto importante parlare tutti quanti insieme, allenatore, calciatori, ovviamente ognuno nel rispetto dei ruoli».

Per il vostro Napoli fondamentale nel primo anno di Maradona fu proprio quella chiacchierata tra voi nel ritiro di Vietri sul Mare. «Sì fu importante parlare tra noi e fare il punto della situazione, ma questo direi che è sempre fondamentale in tutti i momenti durante una stagione e noi parlavamo spesso».

Il Napoli non andrà questa settimana in ritiro come aveva annunciato domenica: ci saranno invece degli incontri serali a cena. «Io sono contrario ai ritiri che rischiano solo di peggiorare le situazioni: basta andarci il giorno prima della partita, il ritiro pre-gara deve sempre restare. Quindi, secondo me questa è la decisione giusta: a cena si potrà parlare di tutto».

Proprio lei a casa sua organizzava cene con sua moglie Mary alle quali partecipavano Maradona e altri compagni di squadra con le mogli: quanto furono importanti?«Tanto. Il gruppo deve sempre stare a contatto anche lontano dal campo d’allenamento per cementarsi ancora di più e in questo senso una componente importante è rappresentata dalle mogli dei calciatori. Queste cene fanno sicuramente bene ma non solo quando si perde anche quando si vince».

Come spiega questa flessione improvvisa del Napoli? «Le ultime tre prestazioni non sono state convincenti: è successo con la Fiorentina, la Roma è stata superiore nel secondo tempo e contro l’Empoli sono stati decisivi nel finale gli errori dei singoli. E poi ho visto un calo atletico rispetto al Milan e Inter che in questo momento stanno viaggiando più forte».

Cosa è successo nell’incredibile finale di partita Empoli? «Ci voleva più attenzione, una squadra che vince 2-0 non può commettere errori del genere. Non ho mai concepito il gioco dal basso perché prima o poi un errore può succedere e non lo faccio per difendere il mio calcio, lo dico perché non ne vedo l’utilità. Quanto campo guadagni risalendo dalla tua area di rigore? Per me sarebbe preferibile giocare di più sulle seconde palle cercando avanti Osimhen».

Sfumato il sogno scudetto, ora c’è da blindare il posto per la prossima Champions League. «Assolutamente sì, sarebbe veramente assurdo non riuscirci. Per quelli che erano i programmi iniziali e cioè la qualificazione in Champions il Napoli li ha rispettati. Poi si è ritrovato a lottare per qualcosa in più e quando arrivi in alto e poi perdi è normale lo scoramento dei tifosi per il sogno scudetto che è sfumato. Ma ora che non si può raggiungere più la vetta c’è da difendere il terzo posto».

Che pensa dei cambi di Spalletti ad Empoli che non hanno funzionato? «I cambi a volte vanno bene e altre male,  fa parte del calcio questo, una cosa normale. E comunque tornando alla partita con la Roma nel finale il Napoli aveva una linea da 5 e una da 4 che però non si sono compattate bene nell’azione del gol di El Shaarawy».

Il rischio in questo caso è di abbattersi? «Non bisogna abbattersi o deprimersi ma solo restare concentrati per tornare a mettere in pratica le cose che questa squadra ha dimostrato di saper fare bene». 

R. Ventre (Il Mattino)

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