IL CASO
«Il Tribunale ritiene che non esista o sia concretamente irrealizzabile il metodo di valutazione del valore del corrispettivo di cessione/acquisizione delle prestazioni sportive di un calciatore. Tale valore è dato e nasce in un libero mercato, peraltro caratterizzato dalla necessità della contemporanea concorde volontà delle due società». È quanto si legge in un passaggio delle motivazioni pubblicate ieri sul caso plusvalenze.
LE MOTIVAZIONI
Lo scorso 15 aprile, infatti, il Tribunale Federale Nazionale aveva prosciolto tutte le società (tra cui il Napoli), i dirigenti e gli amministratori dei club deferiti dalla Procura Federale e nella motivazione si legge ancora come «nella stessa relazione dell’attività inquirente si faccia riferimento alla difficoltà di individuazione del fair value del cartellino». Inoltre il Tribunale Federale ritiene che «in primo luogo, solo poche delle cessioni esaminate dalla procura federale presentino quelle caratteristiche dalla stessa individuate quali sintomi di operazioni sviate e finanziariamente fittizie. Indubbiamente, tali cessioni destavano e destano sospetto, che tuttavia non attinge la soglia della ragionevole certezza, data da indizi gravi». Nelle motivazioni si osserva anche come
«il metodo di valutazione adottato dalla Procura Federale può essere ritenuto un metodo di valutazione, ma non il metodo di valutazione. Mentre, il confronto con le valutazioni presenti nel sito Transfermarkt non può corroborare quel metodo perché privo di riconoscimento ufficiale».
Fonte: Il Mattino