E’ importante fare gol per arrivare in vetta e restarci, ma è altrettanto fondamentale non prendere gol, ed il Napoli all’inizio del campionato ha tenuto testa in questo senso, diventando la miglior difesa della Serie A, finchè poi tutto è andato scemando, come scrive e sottolinea oggi Il Mattino. “La miglior difesa è l’attacco, certo. Ma alle volte difendersi bene può fare tutta le differenza del mondo. Ecco perché non può essere un caso che il Napoli sia stato in lotta per lo scudetto fino a quando la sua porta era la meno battuta di tutta la serie A. Non un caso, quindi. Poi sono iniziati ad entrare spifferi da tutti gli angoli e il fortino costruito da Spalletti è crollato alla velocità della luce. Sembrava che Lucianone avesse trovato la quadratura del cerchio: con Rrahmani affiancato all’intoccabile Koulibaly (sarà squalificato con l’Empoli), con il sempre utile Juan Jesus e con i terzini praticamente impeccabili. Poi, poco alla volta, si è sgretolato tutto. Il centrocampo (soprattutto quando è mancato Anguissa) si è riscoperto tutt’altro che impenetrabile e la linea Maginot davanti a Ospina e Meret si è dimostrata più fragile e indifesa. Il problema, quindi, non è solo imputabile ai quattro difensori, ma a un sistema che da praticamente perfetto, si è trasformato in drammaticamente imperfetto. A farne i conti sono stati i risultati. E non appena l’Inter ha abbassato la saracinesca davanti alla porta di Handanovic è avvenuto il controsorpasso. All’appello è mancato anche Tuanzebe, oggetto misterioso arrivato nel mercato invernale e sostanzialmente mai parte integrante del progetto difensivo di Spalletti”.