Il Napoli conserva nove punti di vantaggio sulla Roma quinta, ma attenzione la Fiorentina se dovesse vincere il recupero potrebbe essere a otto.
Si è giocata di “Lunedì in Albis” alle ore 19:00 allo stadio “Diego Armando Maradona” la sfida della 33° giornata di serie A tra Napoli e Roma. La partita è terminata col punteggio di 1-1, grazie al vantaggio partenopeo nei primi minuti siglato da Insigne su calcio di rigore e al pareggio giallorosso al 91° ad opera di El Shaarawy.
Ecco i principali spunti del match:
- Il peso della valigia: il capitano partenopeo, alla sua terzultima gara casalinga, è uscito dal campo tra le lacrime dopo aver disputato una buonissima prestazione. E’ vero un solo gol su azione messo a segno in stagione ma, tutto sommato dopo le prime giornate con qualche errore di troppo, ha trasformato l’ennesimo calcio di rigore. Pesava un quintale quel pallone ieri pomeriggio eppure Insigne non ha avuto paura ancora una volta di incaricarsi della responsabilità di calciarlo. Sempre molto criticato dai tifosi (pure troppo nonostante abbia dei limiti oggettivi), nonostante le ormai note scelte sul suo futuro Lorenzinho non perde mai l’ occasione per baciare la sua unica maglia del cuore.
- I survivor: non ha nemmeno ormai tanto senso tornare sugli infortuni prepartita (Ospina ad esempio convocato alle 11:02 dopo quindici minuti lascia il ritiro per influenza) o durante il match (Lobotka), e sull’impossibilità di avere quest’anno almeno per una gara tutta la rosa a disposizione. Ma personalmente vedere al primo minuto Anguissa a terra, dopo altri tre o quattro Osimhen toccarsi la caviglia e lo stesso Lobotka a metà primo tempo stramazzare al suolo, sta diventando qualcosa di fastidioso e insopportabile. E’ assurdo constatare come questi ragazzi non riescano a godere di un pizzico di salute da agosto per cui qualcuno dovrebbe metterci la faccia e venirci a spiegare se si tratta di mere coincidenze o si è sbagliato qualcosa sin dalla preparazione estiva?
- La mente o il fisico? : dopo venticinque minuti di gioco il Napoli ha spento la luce, calando piano piano fino a crollare negli ultimi venti minuti. Ci sono un paio di calciatori davvero impresentabili in campo da almeno un mese (i nomi sono quelli di Fabian e Zielinski), ma non è sufficiente puntare il dito solo contro loro due. Questa squadra palesa limiti mentali e fisici in tutti i suoi componenti, a mio avviso ieri nessuno ha meritato la sufficienza in campo (solo Insigne), e ancora una volta chiamo in causa la preparazione fisica e mi piacerebbe avere delle risposte.
- La lettera mancante: noi siamo qui a criticare Fabian e Zielinski e nel frattempo c’è un ragazzo di proprietà del Napoli, cresciuto nella cantera partenopea che continua a fare la differenza in serie B. Il suo nome è Gianluca Gaetano, centrocampista classe 2000, che con la doppietta di ieri (consiglio di guardare la pregevolezza nei due gol siglati al Cosenza) è salito a quota sette in stagione. Mentre noi andiamo a pescare macedoni e georgiani per il mondo (che se meritano è giusto prendere), mi chiedo cosa stiamo aspettando a portarlo a casa? E’ la sua terza stagione consecutiva a Cremona e sento parlare di fargli fare ancora un anno in Serie A in altra piazza per assorbire il salto di categoria. Ecco, qualora sentiate da un addetto ai lavori una cosa del genere, cari lettori protestate e chiedete che gli venga revocato il tesserino. Il calcio è una cosa semplice e se un ragazzo è in grado di dare del tu a un pallone come fa Gaetano, deve tornare subito a casa. Il suo unico difetto purtroppo è nel cognome, sarebbe bastata una “S” spagnoleggiante alla fine o un’ “H” brasileira tra la “N” e la “O” per far accendere le fantasie di addetti ai lavori con possibili aste intorno al ragazzo.
- Il messaggio non chiaro: c’è molta delusione per il pareggio casalingo contro la Roma di ieri pomeriggio tra i tifosi perchè sembrano svanite le residue speranze di scudetto per i partenopei. Forse però nessuno ha colto il senso di questo punto raccolto e allora “A mente fredda” proviamo a capirlo insieme. La Roma era l’avversario peggiore da affrontare in questo momento per entusiasmo e forza mentale e una sconfitta avrebbe condannato il Napoli a un finale di stagione terribile per ottenere quella qualificazione Champions che molti hanno dato per scontato. Non mi è piaciuto ieri Spalletti in campo (gravissimo togliere Osimhen e sparacchiare dei palloni lunghi per il 35 enne Mertens) e neanche fuori con le sue dichiarazioni (ad esempio avrebbe potuto spiegarci dell’involuzione di molti calciatori e del perchè non aver inserito Demme per l’infortunato Lobotka). Non riuscire a trovare una soluzione allo squilibrio tattico in ogni gara casalinga è un gravissimo limite del tecnico di Certaldo anche perchè, dopo la trasferta di Empoli, la prossima interna è contro il Sassuolo che per caratteristiche assomiglia tremendamente alla Fiorentina. Ciò che conta è che quel punto strappato ieri con i denti e rinunciando a giocare potrebbe risultare davvero decisivo per riportare il club in Champions dopo due anni di purgatorio e che ne basteranno altri 5/6 per esserne certi. Chi non ha colto il senso del messaggio probabilmente oggi vive sulla luna…
Articolo a cura di Marco Lepore