Si prepara a trascorrere la Pasqua in famiglia, a San Gusmè, piccolo centro agricolo alle porte di Siena dove ha una villa medicea. Si gode i nipotini, a settant’anni si prepara a tornare in panchina. Perchè per Claudio Ranieri la carriera non è finita a Watford, dove è stato esonerato a gennaio dopo tredici partite. «Sono arrivate tante sconfitte che non meritavamo», sospira mentre si rilassa sotto il primo sole primaverile tra filari di vigne e ulivi.
La Roma è arrivata in semifinale di Conference League, dove affronterà il Leicester. E’ la partita di Claudio Ranieri, che ha la Roma nel cuore ed è legato alla più grande impresa del club inglese: la Premier vinta nel 2016. Conosce bene molti giocatori delle due squadre, gioca per noi la semifinale con questa intervista esclusiva.
Se l’aspettava Roma e Leicester in semifinale? «Speravo nella Roma, ero convinto che potesse farcela».
Ma lei in semifinale per chi tifa? «Non c’è neanche bisogno di dirlo. La Roma è la squadra per la quale tifo da quando ero bambino. Il Leicester è legato a un grande risultato professionale ed è sempre nei miei pensieri».
Come ci arrivano le due squadre? «Con grandi potenzialità, sarà una partita da 50 e 50».
Mourinho ha trovato la formula giusta. «Josè sa far rendere al massimo i giocatori sui quali punta. Riesce a portarli dalla sua parte, come i tifosi. Giovedì sera è stato uno spettacolo emozionante. Grazie a lui c’è stata quella cornice di pubblico. Riesce a compattare la squadra, credendo nei giocatori che fanno al caso suo, quelli che sono adatti per il suo calcio. Poi ci sono quei 3/4 che sono intercambiabili. Parla chiaro, tiene tutti sulla corda. I risultati sono dalla sua parte. Si vede che la squadra ha sicurezza, con la qualità sorprende gli avversari».
Zaniolo lei lo ha allenato prima degli infortuni, anche allora andava gestito. «E’ un giocatore decisivo, lo abbiamo visto contro il Bodø. E’ un attaccante che deve trovare la palla nello spazio, ha una qualità e una forza impressionanti, anche se qualche volta potrebbe passarla un po’ di più quando si trova al limite dell’area. Ma quando ha la porta davanti è difficile che sbagli. Zaniolo è quello che abbiamo visto giovedì sera. Mourinho sa gestirlo, con quello che ha passato non può giocare sempre. E’ importante che il ragazzo senta la fiducia di tutti, allenatore, compagni, società e tifosi».
Pellegrini è cresciuto molto, adesso è il capitano. «E’ il degno capitano, un giocatore squisito, con grande qualità. Un bravissimo ragazzo, un uomo eccezionale, leale. E sono contento anche per Cristante».
Un giocatore considerato gregario che ogni allenatore vorrebbe avere. «E’ una pietra miliare in qualsiasi squadra».
Abraham lo ha incrociato da giovanissimo in Inghilterra? «No, ma i numeri parlano chiaro e ha ancora ampi margini di miglioramento. Per un centravanti è importante trovarsi al posto giusto al momento giusto e lui ci si trova sempre».
Mourinho ha creato un gruppo con giovani e giocatori di esperienza. Ha lanciato molti ragazzi della Primavera. Con lui Zalewski è diventato titolare.
«E’ molto importante il lavoro con i giovani. Josè è stato bravo a credere in questo ragazzo, a trasformargli il ruolo, ha visto lungo».
Smalling è il leader della difesa. «E’ stato un muro insuperabile giovedì sera. Un difensore completo».
Questa Roma può giocarsela anche per il quarto posto?
«Dovrebbe mollare la Juve, non credo che abbia nei cromosomi questa debolezza. E’ importante che la Roma continui così, può vincere la Conference League ed entrare in Europa League anche attraverso il campionato».
Il Leicester ha ancora molti giocatori che conosce bene.
«Sì, me li ricordo bene. Schmeichel, Albrighton, Vardy. Barnes lo presi io tra i ragazzi e lo portai in prima squadra. Mendi e Ndidi sono arrivati dopo. Il Leicester dopo di me ha investito molto, hanno un centro sportivo all’avanguardia a livello mondiale, figuriamoci rispetto all’Italia. E’ una società molto ambiziosa».
Se la sfida sarà equilibrata la differenza la possono fare i tifosi? «Quelli della Roma sanno dare una grande spinta, meno male che si gioca il ritorno all’Olimpico. Ma sarà importante anche la prima partita, il pubblico anche in Inghlilterra sostiene molto la squadra, se la Roma riuscirà a non farli giocare, magari il pubblico resterà più tranquillo. Il Leicester è una squadra che corre e ha buona qualità».
L’ha affrontato quando era al Watford?
«Due volte, abbiamo perso nella FA Cup e anche in campionato. In coppa avevo messo chi giocava meno».
Le manca il calcio? «Molto, non vedo l’ora di rientrare in pista. Innanzittuto spero in un campionato europeo, con una squadra che abbia un progetto ambizioso».
Il mondo è sconvolto dalla guerra. «La vivo come tutti, con apprensione e sconcerto. Non avrei mai pensato che nel 2022, soprattutto in Europa, si potesse combattere in questo modo».
Le immagini in tv fanno male.
«Molto. Dispiace, penso a quei bambini, alle madri di famiglia che devono scappare, a chi si deve arruolare e lascia la famiglia. Proviamo a metterci un attimo nei panni di questi genitori. E’ terribile. L’Ucraina sta dimostrando di essere un popolo compatto, complimenti veramente».
Lei ha avuto Abramovic presidente al Chelsea. E’ stato coinvolto nei colloqui per trovare la pace.
«Mi sembra che il presidente dell’Ucraina lo abbia descritto come un uomo al di sopra di ogni sospetto, si sta adoperando per arrivare a una soluzione. Chiunque si batte per la pace va sostenuto. Speriamo che sia una Pasqua di pace, ma è difficile».
Il calcio italiano è ancora fuori dal Mondiale. Un brutto colpo per tutto il movimento.
«E’ un peccato star fuori, ma sono contento che Mancini sia rimasto al posto di comando, solo lui ha le credenziali per portarci fuori dalla crisi. Purtroppo quella piccola parte di fortuna che ci vuole sempre, nelle qualificazioni ai Mondiale non l’abbiamo avuta per niente».
Da anni la lotta per lo scudetto non era così incerta.
«E’ difficile fare un pronostico, ci sono squadre alle quali sono legato. E’ bellissimo, finalmente un campionato che lo possono vincere e perdere tutte. Mi viene da sorridere quando vedo le proiezioni, le previsioni sul finale di campionato. Ormai tutte le partite sono difficili, non è più come una volta, quando una squadra ormai salva non s’impegnava».
I tifosi della Roma che saranno determinanti per andare in finale li conosce bene. L’hanno fatta piangere dall’emozione.
«Mi è rimasto il grande affetto della gente. Quella sera non me l’aspettavo, mi hanno preso alla sprovvista, era la festa di De Rossi e sono riusciti a farmi commuovere».
Totti e De Rossi fuori dalla Roma. Che ne pensa? «Daniele ha scelto la strada dell’allenatore e fuori dalla Roma deve starci per fare esperienza e poi magari rientrare. Leggo che Francesco vorrebbe rendersi utile, ma può farlo solo se gli fanno fare quello che sa fare. Il calcio lo conosce bene».
Fu lui a chiamarla per tornare sulla panchina della Roma. «Sì, la telefonata fu la sua. Mi convinse e poi ci incontrammo a Trigoria».
Guido D’Ubaldo (Cds)