Spalletti: «Si può non essere  Maradona, ma dimostrare di avere sangue nelle vene»

Spalletti, dalla cattedra della più antica Università laica e statale del mondo, ha spedito un messaggio ai suoi giocatori-studenti attesi oggi al centro sportivo di Castel Volturno dopo due giorni di riflessioni più che di riposo, attraverso i cuori azzurri di una platea di studenti-tifosi:

«La sconfitta di domenica ci ha fatto male: per questo mi aspetto che tutti si sveglino e arrivino presto all’allenamento per lavorare nel migliore dei modi. Senza lamentele».

Perché l’obiettivo si può anche perdere di vista, o come dice lui sparire nella nebbia, ma poi…:

«poi la nebbia scompare e torniamo a vederlo».  

 

Rudimenti d’allenatore modello Coverciano. «Nella vita sono fondamentali le scelte, soprattutto nel mio ruolo: cerco sempre le migliori decisioni, dalla formazione alle tattiche».

Sui giovani, invece: «Sono il futuro, in tutti i campi: produrre calciatori dal settore giovanile è fondamentale, ma se si fanno giocare molti ragazzi senza esperienza diventa difficile avere obiettivi e risultati di grande livello soprattutto contro Milan, Inter, Juve e altre. Zanoli, ad esempio, non ha mai giocato perché c’è Di Lorenzo, il migliore nel suo ruolo».

Gran finale con citazione del Diego: «Voglio un calcio in cui si va per meriti, tutto qui. E ricordate: non dovete essere invidiosi dell’avere, ma del sapere. Se rimarrete fermi a pensare all’avere, passerete la vita su una gamba sola. Si può anche non essere Maradona ma dimostrare di avere sangue nelle vene». 

F. Mandarini (Cds)

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