Anguissa concede certezze nelle due fasi, riesce a guardare il pericolo dove «altri non arrivano», consente al Napoli di «fare cose diverse, mentre attacca e difende», ha un’elasticità nella corsa e nel pensiero che sostiene le coperture, chiude le diagonali di passaggio e poi lo spinge ad attaccare lo spazio. E poi non «sente» la differenza, semmai la fa. Anguissa fa giocare meglio chi gli sta a fianco, o chi è destinato a sistemarsi dinnanzi a lui. Il Napoli ne ha sofferto la mancanza recentemente mentre ne aveva ammortizzato gli effetti dell’assenza tra gennaio e febbraio, tra Coppa d’Africa e problema agli adduttori. E’ in serie A che ci sono i segnali più evidenti: con Anguissa dal fischio d’inizio, 16 partite, dodici vittorie, due pareggi e due sconfitte; e con quei muscoli e quell’eleganza in panchina o in poltrona, altre sedici partite ma 8 vittorie, quattro pareggi e altrettante sconfitte.
CdS