Salernitana infuriata con gli arbitri. Infuriata con Volpi, che ha diretto la gara all’Olimpico, e con Mazzoleni, che era al Var. Ma in generale con la classe arbitrale. Troppi episodi a sfavore, troppi punti persi (a conti fatti 4) per decisioni poco chiare. Maurizio Milan, l’amministratore delegato del club, è in treno quando ci risponde al telefono.
«Guardi, la prima cosa da ripensare è il sistema di comunicazione sui treni»,
sorride.
Ma anche con gli arbitri non funziona molto a vostro avviso.
«Al di là dell’amarezza sportiva per l’andamento della partita, domenica abbiamo fatto i conti con l’ennesimo arbitraggio molto mediocre. Dalla gestione dei cartellini alle punizioni inventate: è stata la conferma della mediocrità della classe arbitrale italiana».
E allora cosa proponete?
«Un tavolo consultivo con le altre società. Perché il problema non riguarda solo la Salernitana. La nostra classe arbitrale non eccelle nel contesto internazionale, manca di leadership».
E il Var?
«Non funziona. Ma non mi riferisco allo strumento tecnologico bensì alla sua gestione e alle persone che lo governano. Perché su questi aspetti la Federazione è silente e non prende una posizione precisa? Faccio una riflessione: il presidente Iervolino nel mondo dell’università e della formazione è stato un innovatore, io come manager me ne occupo da tempo. Ebbene, in questo mondo c’è un grandissimo rispetto delle norme e c’è un’estrema attenzione all’apprendimento».
Dunque, lei propone regole più chiare e maggiore formazione?
«Nel mondo arbitrale c’è molto protagonismo, troppo personalismo e non si impara mai dai propri errori. Inoltre, esistono delle regole non chiare, che andrebbero riscritte. Ecco perché lanciamo un appello anche agli altri club: forse è arrivato il momento di aprire un dibattito sul tema arbitrale. Sia chiaro: non pensiamo al dolo, ma al tema della preparazione e delle regole. Il sistema va rifondato dal basso: c’è una forte autonomia degli arbitri, che al sistema va bene. E noi non ci stiamo».
Sabatini ha puntato l’indice anche sul comportamento della panchina della Roma.
«Io ero lì, proprio a ridosso del campo. Le pressioni della panchina romanista ad ogni decisione arbitrale erano sotto gli occhi di tutti. Penso che questo faccia parte di quel contesto di regole scritte e non scritte su cui la Figc deve intervenire».
Tuttavia, se Kastanos non sbaglia quel tiro sullo 0-1…
«D’accordo. Infatti, non vogliamo trincerarci dietro un arbitraggio molto discutibile. Il problema del gol resta, ma noi continuiamo a credere nella salvezza».
L’Udinese ha rinunciato al ricorso al Coni.
«In verità non ci aspettavamo che ricorresse al Collegio di Garanzia. Torniamo sempre al discorso delle regole: non è possibile aspettare tutto questo tempo prima di ripetere una partita».
State già pensando al futuro?
«Assolutamente si: settore giovanile, centro sportivo e ristruttutazione dell’Arechi. E pensiamo ad un futuro in A. Aspettiamo il responso del campo, poi decideremo il team».
Con Sabatini?
«Con il direttore ci siamo dati appuntamento a fine campionato per capire insieme. Per ora ha tutta la nostra stima e fiducia, non è mai stato messo in discussione, in Italia è il migliore».
F. Esposito (Cds)