Doveva essere anche la loro festa, ma è stato il peggiori incubo dei tifosi partenopei: vederli solo 45′ minuti con Mertens che segna l’1-1 su assist di Osimhen e il nigeriano che prova a riaccendere una flebile speranza azzurra. Rimane il rimpianto di cosa avremmo visto con entrambi in campo dall’inizio.
CIRO IL GRANDE – Per capire l’impatto di Dries Mertens sul Napoli basta ascoltare i decibel dello stadio Maradona al momento del suo ingresso in campo. Il Napoli sta per battere un calcio d’angolo sotto la curva A e quando i tifosi si accorgono che dalle parti del quarto uomo c’è il numero 14, l’entusiasmo raggiunge l’apice. Gli azzurri sono sotto di un gol contro la Fiorentina e serve un guizzo, una giocata, un’invenzione per rientrare in partita. Chi se non Ciro Mertens può farlo? E infatti non serve aspettare troppo prima che la magia si avveri: Insigne lancia in profondità Osimhen, Victor scatta e brucia tutta la difesa della Fiorentina, si gira, vede con la coda dell’occhio l’arrivo di Mertens sul limite dell’area di rigore e lo serve. Il resto lo fa il cinismo dell’attaccante e la tecnica con un tiro chirurgico che lascia impotente Terracciano. È il gol del pareggio, quello che virtualmente rimette in Napoli in corsa e a cavallo di un sogno chiamato scudetto. Mertens festeggia la rete numero 146 con la maglia del Napoli, la rete che lo rende sempre più re dei bomber nella storia del club e lo dedica al figlio nato da poco e già allo stadio con mamma Kat.
Fonte: Il Mattino