La speranza di Kalidou:
«Non è ancora finita: io ci credo fino alla fine»
Koulibaly non demorde. Non si arrende. Non vuole pensarci neanche, nonostante la vittoria della Fiorentina abbia sbiadito notevolmente i colori dei sogni del Napoli e del suo popolo. «Siamo molto arrabbiati e delusi: abbiamo bisogno di prenderci un giorno per mettere da parte questo risultato e poi dobbiamo andare avanti perché lunedì avremo un’altra grande sfida con la Roma » .
La seconda consecutiva in casa: a conti fatti, cioè al netto delle otto sconfitte stagionali interne tra campionato e coppe, non sembra poi un grande vantaggio: « Mancano ancora sei giornate e può succedere di tutto, ma è vero che bisogna vincere al Maradona così come facciamo in trasferta. Abbiamo perso tanti punti nel nostro stadio e i nostri tifosi non lo meritano »
NESSUNA DISTRAZIONE. E allora, il giorno del giudizio. O forse sarebbe meglio dire dei calcoli: quelli che ora il Napoli è costretto a fare guardando il cammino delle dirette concorrenti.
«Avremmo voluto vincere a tutti i costi e, ripeto, siamo molto arrabbiati, però non è finita: con l’Inter siamo a pari punti… » ,
fermo restando il recupero con il Bologna. « Sì, ma non dobbiamo farci distrarre dalle altre: continuiamo a giocare partita dopo partita come abbiamo fatto all’inizio della stagione» .
Koulibaly predica calma e parla da trascinatore esibendo quei gradi da comandante che Spalletti gli ha consegnato sin dal primo giorno di ritiro, ma ora la storia è oggettivamente più complessa. «Eppure abbiamo cominciato nel migliore dei modi, con l’energia giusta per andare avanti fino alla fine: il primo gol ci ha fatto un po’ male, ma credo che siamo rimasto dentro la partita fino all’ultimo minuto, dimostrando di crederci » .
PROBLEMI DIFENSIVI. La buona volontà è fuori discussione, per carità, ma dal punto di vista tecnico-tattico non è andata per il verso giusto: « Dopo il pareggio ci siamo allungati un po’ troppo proprio perché l’avremmo voluta vincere: abbiamo provato a segnare ancora, subito, e invece abbiamo preso due reti in contropiede. Peccato, davvero, ma abbiamo dato tutto: bisogna continuare a lavorare, anche perché sono quattro o cinque partite che subiamo gol e questa cosa ci condiziona davanti » .
Per la precisione: sono otto partite che il Napoli non chiude la giornata con la porta blindata. L’ultima volta risale alla trasferta di Venezia del 6 febbraio: «In difesa dobbiamo essere solidi e invece in questa fase noto che non garantiamo la solidità e la fiducia che serve davanti » .
NOI E CALLEJON. L’ultimo capitolo è dedicato a Callejon, uno che con Kalidou ha vissuto l’amarezza di uno scudetto svanito nel 2018. Uno che ieri è stato accolto dall’applauso gigantesco dei suoi ex tifosi. Uno che alla fine ha abbracciato e consolato tanti vecchi amici: « Gli vogliamo tutti bene, ci ha dato moltissimo: personalmente mi ha fatto crescere ed è una persona buonissima. Penso che abbia ancora un pezzo di Napoli nel cuore e la gente lo sa: ecco perché lo hanno accolto così » .
F. Mandarini : (Cds)