A. Gilardino a “Il Mattino”: “Spalletti è molto preparato anche a livello umano”

Da quando faceva gol con la maglia della Fiorentina sembra passata una vita, ma Alberto Gilardino ha già trovato la sua nuova strada. Dal campo alla panchina. Ha finito da poco la sua esperienza di allenatore con il Siena ed è pronto a ripartire, a tutta forza, aspettando il progetto giusto, al di là della categoria. «Basta guardare Sarri: è partito dal basso e ha vinto tutto».

Ma cominciamo dal presente, e da questa serie A così equilibrata.«Stiamo vivendo il campionato più bello e divertente che io ricordi. Lo possono vincere tutte: Milan, Napoli e Inter. Vincerà chi avrà il sangue freddo. La differenza la faranno i dettagli nelle singole partite».

Ci dica perché il Napoli può sognare…«Conosco Spalletti dai tempi di Firenze. Non mi ha mai allenato ma siamo diventati amici tra cene e incontri casuali. Ho imparato ad apprezzarlo come uomo e come allenatore: mi piace molto. Fin dal suo arrivo a Napoli credevo che potesse fare una stagione del genere. E attenzione: essere lassù non era così scontato».

Come ha fatto secondo lei?«Ha creato un gruppo forte e dato un’identità esaltando i giocatori. Poi lui è il classico toscano: non mi perdo mai le sue conferenze stampa, perché ti dice sempre quello che pensa. Spero di venirlo a studiare sul campo presto a Napoli. È un allenatore determinante, che al giorno d’oggi è la qualità più importante per un allenatore che vuole vincere».

Per vincere lo scudetto, però, dovrà superare in classifica il Milan di Pioli, che lei ha avuto come allenatore a Bologna…«È uno molto preparato e anche a livello umano sapeva rapportarsi in maniera diretta nello spogliatoio. Poi negli anni si è evoluto e ha uno staff di grande qualità. Credo che il vero fattore in più del suo Milan sia l’identità di squadra che ha dato lui».

Nel Napoli, invece, Osimhen può essere un fattore?«È un attaccante fortissimo. Ha grande prestanza fisica, sente e vede molto la porta. Si muove tanto e ha un allenatore che secondo me lo esalta. Osimhen è l’attaccante perfetto per la fase offensiva di Spalletti».

Mentre Gilardino sarebbe stato perfetto per la fase offensiva di Italiano a Firenze?«È un tecnico che sulla fase offensiva è davvero sorprendente. Prima di lui a Firenze c’erano state tante difficoltà, mentre adesso la squadra crea tantissimo in zona gol e riesce a mandare a segno tanti giocatori diversi. Per un attaccante è l’ideale. Più in generale, direi che questo per la Fiorentina è l’anno della ricostruzione: tutto quello che arriverà dalla classifica a fine anno sarà tanto di guadagnato. Anche dopo l’addio di Vlahovic mi sembra che le cose stiano andando alla grande. Italiano ha saputo trovare sempre soluzioni importanti».

A proposito di attaccanti: dopo il flop con la Macedonia sembra che in Italia non ci siano più quelli della sua generazione...«Scamacca, Raspadori, Zaniolo e Kean rappresentano il futuro, ma devono crescere ancora tanto».

Come?«Giocando con continuità. Per gli attaccanti è sempre questione di cicli. Ora sembra che il falso nove sia passato di moda e che la punta centrale forte fisicamente possa tornare ad essere determinante».

Da campione del Mondo del 2006 come ha vissuto l’eliminazione contro la Macedonia?«È stata dura. Ero a Palermo allo stadio a vedere la partita e mi aspettavo di stare avanti 3-0 già alla fine del primo tempo. Purtroppo non è andata così e adesso bisogna ripartire con Mancini che mi sembra l’uomo giusto per aprire un nuovo ciclo. Bisogna ripartire dalle fondamenta e spero che questa sconfitta possa essere utile per far riflettere tutti su come rilanciare il calcio in Italia».

Il calcio del Gilardino allenatore come riparte?«La mia idea è sempre quella del 4-3-3, ma poi mi adatto anche alle qualità dei giocatori. Adesso il calcio si costruisce in un modo si rifinisce in un altro. Quindi magari parti con un’idea e all’interno di una partita cambiano tantissimi aspetti».

A proposito di ripartenze: lei ci ha provato con la Cina, per poi tornare in serie A, Insigne ha fatto bene ad accettare il Canada?«Lorenzo ha dato tutto per la maglia di Napoli ed evidentemente in questo momento ha voluto fare delle scelte. Non è mai semplice lasciare la maglia della tua città».

 B. Majorano (Il Mattino)

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