Due stagioni di tempo per adattarsi, poi non ci sarà più tempo. La Uefa ha varato ieri il nuovo Fair Play Finanziario, quell’insieme di norme che dovrebbero aiutare – almeno sulla carta – i club a prevenire le difficoltà economiche registrate già negli ultimi esercizi di bilancio in tutta Europa anche a causa dell’improvvisa pandemia che ha messo a dura prova le società. In sostanza, il cambiamento più importante riguarda i costi legati alle squadre che, secondo il nuovo regolamento, non potranno superare il 70% dei ricavi dei club. Una percentuale dibattuta tanto negli ultimi mesi, alla fine approvata dall’Esecutivo Uefa dalla stagione 2024/25.
Come sta messo il Napoli? Il club di Aurelio De Laurentiis è pronto a intertire dal prossimo anno il trend in crescita avuto nelle ultime stagioni, che aveva portato la squadra azzurra a un tetto ingaggi ben oltre i 100 milioni di euro. Tetto spropositato che con la mancanza di strutture e soprattutto l’assenza dalla Champions ha pesato in modo inequivocabile sulle casse del club. Anche gli azzurri dovranno rivedere i propri standard: secondo quanto riportato da Calcio & Finanza, il rapporto tra costo della rosa e i ricavi napoletani è al 114%, una percentuale ben più alta del 70% previsto. Stando agli ultimi bilanci disponibili (2020/21), quasi tutte le maggiori società italiane – i cui conti sono stati sicuramente influenzati dalla pandemia nelle ultime due stagione – sono ben oltre il rapporto indicato dalla Uefa: la Roma è al 135%, la Lazio al 112%, il Milan al 90%, 99% per la Juventus e ben 109% per l’Inter campione d’Italia in carica. Tra le prime della classifica, solo l’Atalanta potrebbe rispettare ad oggi il nuovo FPF, con una percentuale di 47%. Tutti i club avranno comunque due stagioni di tempo per un passo indietro: necessario per il bene del calcio globale, ancor prima che per i club italiani.
Fonte: ilmattino.it